Oggi si parla sempre più spesso di sesso, eppure il tema della contraccezione, durante l’adolescenza, è ancora poco affrontato in famiglia. La maggior parte delle ragazze è impreparata ad affrontare i primi rapporti sessuali e dovrebbe avere più informazioni, soprattutto durante l’adolescenza, il periodo dei grandi innamoramenti. Insieme a un corpo che cambia, i giovani vivono intense emozioni date da forte attrazione per l’altro sesso.
La prima esperienza sessuale è molto desiderata, ma a volte anche temuta perché ci si può sentire non pronti: questo soprattutto perché solo il 10% dei giovani parla in famiglia di sesso e contraccezione in maniera approfondita.
Qual è l’età perfetta per “la prima volta”?
Gli adolescenti italiani vivono le loro prime esperienze sessuali sempre prima, in media intorno ai quindici anni, e tendono ad avere una pluralità di partner. La necessità di una corretta informazione sui metodi di contraccezione si rivela sempre più importante, in un contesto che vede l’età del primo rapporto sessuale abbassarsi costantemente e il numero dei partner aumentare in modo significativo.
Il dibattito intorno all’educazione sessuale attraversa da decenni il nostro paese, comprendendo diversi attori sociali. Nonostante diversi tentativi, l’obbligo di insegnamento dell’educazione sessuale non è mai stato introdotto nel nostro ordinamento scolastico.
Un interessante indagine del Censis rivela che la prima fonte di informazione in ambito sessuale per gli adolescenti risultino essere gli amici e i coetanei, che spesso si documentano su internet. A una certa distanza ci sono i genitori, il padre per un ragazzo su tre e la madre, per circa la metà delle ragazze. Il ricorso a un parere qualificato di un medico è ricercato da un adolescente su tre, ma solo il 9% ha effettivamente avuto l’opportunità di riceverlo.
La domanda che si pongono molti adolescenti è “a chi posso chiedere?”
La fonte preferenziale è da sempre il passaparola tra amici, seguito poi da Internet. E sono proprio Facebook, blog, forum e siti di informazione medica, i luoghi privilegiati. Per questo motivo, il rischio di un’informazione reperita sul web è che si diffondano molti luoghi comuni difficile poi da sfatare.
Secondo Telefono Azzurro, quattro adolescenti su cinque navigano su siti pornografici e l’età media della prima volta online è dieci anni. Non è difficile dedurre come questo tipo di confronto tenda a creare maggiore confusione. Internet è ormai vista come una vera a propria “fonte del sapere”,
Perché non si parla in famiglia di contraccezione?
La pillola anticoncezionale ha quasi 50 anni, ma è più attuale che mai, che circa mezzo secolo fa liberò le nostre madri (le nonne delle nostre ragazzine) dalla paura di una gravidanza non desiderata, aiutandole a essere davvero padrone del proprio corpo e a vivere finalmente una sessualità libera e matura. Oggi, oltre 100 milioni di donne in tutto il mondo fanno uso della pillola e di altri anticoncezionali sempre a base di ormoni: dal cerotto transdermico all’anello vaginale, fino all’impianto a forma di “bastoncino” appena sbarcato anche nel nostro paese.
Eppure, secondo uno studio americano, la pillola è sempre troppo spesso dimenticata, la percentuale di gravidanze indesiderate rappresentano quasi la metà di tutte le gestazioni. Questo dato rappresenta un problema a forte impatto sociale, perché maternità non desiderate rischiano di andare incontro a storie personali con esito non soddisfacente sia per la donna sia per il bambino, soprattutto quando la gravidanza ha luogo in un’età critica per la donna, come può essere il periodo adolescenziale
La ricerca americana potrebbe rispecchiare la realtà del nostro paese, dove si abbassa sempre di più l’età del primo rapporto sessuale che, per le ragazze, è intorno ai 13 anni. Una precocità fisica che non si accompagna quasi mai a una maturità sul piano psicologico, visto che nella maggior parte dei casi questi incontri hanno luogo senza alcun tipo di contraccezione e, soprattutto, senza alcuna protezione dal rischio delle malattie sessualmente trasmesse.
Tra i 13 e i 18 anni, la non conoscenza sulle conseguenze di un rapporto non protetto, è ancora a livelli inaccettabili tra i giovanissimi.
Una ragazza su tre non sa che i sintomi delle infezioni di molte delle malattie sessualmente trasmissibili possono non essere immediatamente evidenti e avere gravi conseguenze sul sistema riproduttivo.
Un report della Società Italiana Contraccezione, fa rilevare come l’11% dei giovani sessualmente attivi non usi alcun contraccettivo. La percentuale sale al 42% per i minori di quattordici anni.
Chi ha un figlio o una figlia in età adolescenziale non può permettersi di ignorare questi dati: soprattutto adesso, quando, con la fine delle scuole e il molto tempo libero a disposizione, i giovani hanno maggiori occasioni di incontrarsi, di conoscersi e di stringere amicizie che possono sfociare in un incontro sessuale. A questo, i ragazzi e le ragazzine giungono troppo spesso impreparati. È sicuramente positivo che i giovani chiedano informazioni alla scuola, ai genitori, alla TV e alle amiche, ma secondo gli esperti dovrebbero capire l’importanza di rivolgersi a una figura sanitaria, come il ginecologo, il medico di famiglia o gli specialisti del consultorio.
Queste figure professionali tengono conto del punto di vista dell’adolescente e sono in grado di rispondere al bisogno immediato dei ragazzi, aprendo canali di comunicazione basati sulla disponibilità all’ascolto e sulla chiarezza dell’informazione, superando atteggiamenti autoritari o troppo protettivi che spesso possono far fallire la relazione comunicativa, e spingere i ragazzi a chiudersi in se stessi.
Roberta Cesaroni
(cell. 345.1408208)
Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni Life Mental Coach – Coach Adolescenziale Spa&Wellness Coach Manager