JESI – Gli scavi archeologici di Piazza Colocci chiudono i battenti oggi, venerdì 8 settembre.
Hanno catalizzato l’interesse dell’estate, suscitato dibattiti in merito alla questione del ricoprirli o meno, fatto fermare tanta gente ad ammirare i lavori “in fieri”, a cantiere aperto, esperimento voluto dalla Soprintendenza, registrato il pieno per quanto riguarda le visite guidate del mercoledì e venerdì.
Una cosa, comunque, è certa: ci hanno restituito una parte della Jesi medievale che non conoscevamo direttamente, le vestigia dell’antico Palazzo Comunale, le botteghe, pavimentazioni anche in legno, frammenti di vasellame, ossa umane e di animali, focolari, orti, contenitori di granaglie, una moneta, vomeri, gli antichi orti.
Tutto un mondo passato che è ritornato nel presente e che ci testimonia quanta storia sia trascorsa sotto i cieli della nostra città, raccontata dagli archeologi che hanno seguito tutta la “campagna” con dedizione, professionalità, disponibilità a raccontare e spiegare, Matteo Tadolti e Alessandro Biagioni.
Le visite continueranno sino a venerdì 15 settembre con circa 700 persone al computo finale che si sono alternate nei gruppi, i quali non ne potevano contenere più di 20 alla volta, altrimenti i numeri si sarebbero alzati ancora di più.
Ora è tempo di bilanci, di catalogazioni e di studi.
La palla passa ai lavori di riqualificazione della piazza secondo il cronoprogramma stabilito da Amministrazione comunale e Soprintendenza, piazza che, speriamo, ma è soltato un pio desiderio, non ritorni come era.
Soltanto un parcheggio.