Jesi-Fabriano

Marche, siccità ed eventi straordinari: quanti danni questo meteo pazzo – VIDEO

Con i campi arsi dalla siccità mancano le materie prime per sfamare gli animali: l'allarme di Coldiretti

JESI – La siccità abbatte il Pil agricolo del 10%, provocando danni alle imprese agricole per 3 miliardi. L’assenza prolungata di pioggia con i campi arsi e i raccolti bruciati provoca anche un vero sos coltivazioni, con un’impennata dei costi anche per l’acquisto del cibo per gli animali. A lanciare l’allarme è Coldiretti Marche, attraverso i suoi agricoltori.

Siamo a Santa Maria Nuova, nelle campagne della Vallesina, per fotografare questa situazione drammatica insieme a chi vive di agricoltura. «La situazione è drammatica – spiega Giovanni Togni titolare dell’Antica Fattoria Togni, in via Scarpara Alta – i terreni sono arsi, non piove, e le coltivazioni sono bruciate. Nella mia fattoria ho tanti animali, ma anche loro stanno soffrendo. Mancano i foraggi, l’erba da pascolare, così devo compensare acquistando foraggi e fieno i cui prezzi sono schizzati alle stelle. Un aggravio di costi ulteriore, che va a sommarsi ai tanti problemi dell’agricoltura….come quello della mancanza di manodopera». Prezzi dei mangimi e foraggi altissimi, meno disponibilità sul mercato. E dunque, la decisione più sofferta per chi, come Giovanni Togni, vive di questo lavoro, dei frutti della terra e di allevamenti. «Sono stato costretto a ridurre il numero di greggi, di oche e di animali, perché non so come sfamarli».

Giovanni Togni mentre distribuisce il mangime alle oche

Preoccupante il bilancio tracciato da Coldiretti Marche, che disegna un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate e produzioni agricole devastate. Un panorama rovente che peggiora con l’ondata di calore che porta le temperature a oltre i 40 gradi con le falde sempre più basse. Ma l’allarme è doppio, laddove si verificano eventi meteo straordinari come bombe d’acqua o trombe d’aria, accompagnate spesso da grandine. Quella delle scorse settimane ha distrutto i campi.

Ci mostra una scena desolante Sergio Cantalupo, bergamasco d’origine, che insieme alla moglie Flora ha ricavato un piccolo angolo di paradiso tra Santa Maria Nuova, Castelrosino e Filottrano: la loro Società Agricola Castelrosino è un’azienda biologica alternativa. «Guardate che roba, non volevo crederci – ci spiega indicando la serra completamente divelta – è stata la grandine delle scorse settimane, ha bucato il telo della copertura e scoperchiato tutto, distruggendo tutte le coltivazioni che c’erano all’interno, dai pomodori ai meloni e melanzane. Un danno del 70% che non sono sicuro di riuscire a riparare. Forse metterò in vendita il telaio in ferro, un colpo che mette in ginocchio un settore, quello dell’agricoltura, già messo alle corde dalla siccità, dai rincari dei prezzi e da tanti problemi». Le allerte meteo di queste ore lasciano temere nuove ondate di maltempo che non risolverebbero il problema siccità, ma anzi ne aggraverebbero le conseguenze portando con sé solo altri danni.

Immediato l’intervento di Coldiretti che si è rivolta sia alla Regione che alle istituzioni nazionali con una duplice proposta: uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti e d’altra parte, avviare un grande piano nazionale per gli invasi, in modo da fronteggiare la crisi idrica attraverso il riutilizzo in agricoltura dell’acqua piovana.

La serra distrutta dalla grandine alla società agricola Castelrosino.

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