ANCONA – «In riferimento all’emergenza idrica che sta investendo tutta l’Italia, nel territorio di 43 comuni ed in un bacino di utenza di 405 mila utenti ad oggi non segnaliamo particolari criticità». A dirlo è Moreno Clementi, direttore generale di Viva Servizi che gestisce il servizio idrico integrato nella provincia di Ancona e che tuttavia richiama tutti i cittadini a non sprecare la risorsa idrica e ad applicare semplici regole di buon senso per non disperderla.
«La situazione è ovviamente attenzionata dalla nostra azienda e il momento che stiamo vivendo è paragonabile a quella che avremmo osservato tra circa quindici giorni rispetto all’andamento medio della sorgente e quindi è come se fossimo già intorno alla metà di luglio», aggiunge.
La conseguenza è che Viva Servizi potrebbe dover anticipare gli interventi nelle zone montane che riguardano la messa a disposizione di autobotti nelle aree interne del fabrianese, a Sassoferrato ed Esanatoglia nello specifico ma è una risposta e non certo una soluzione per quel territorio circoscritto nel quale le fonti e i pozzi essendo più in superficie, sono maggiormente soggette a riduzione della portata. «In questo territorio montano – rimarca il DG di Viva Servizi – abbiamo ottenuto significativi risultati in termini di ricerca delle perdite e l’assenza di criticità pur in questa estate calda e siccitosa ma comunque non paragonabile a quelle del 2002 e 2003. Una situazione da ascriversi probabilmente a questa azione virtuosa anche se ci riserviamo valutazioni più circostanziate alla fine dell’estate«.
«Viva Servizi si è sempre prodigata negli anni in campagne di sensibilizzazione ad un uso responsabile della risorsa idrica e se nel corso dell’anno scolastico ci rivolgiamo prevalentemente alla nuova generazione attraverso attività formative, concorsi e momenti di confronto, in estate a tutti i cittadini proponiamo un piccolo decalogo con semplici raccomandazioni che riguardano l’uso virtuoso. Ad oggi l’ipotesi allarmistica di razionamento della fornitura come è già in corso in alcuni territori, nella provincia di Ancona è assolutamente prematura per non dire azzardata e non vi sono indicatori che possano indurre a considerare che si stia andando in quella direzione«.
«Per far fronte a queste problematiche – conclude Clementi – stiamo studiando con il Consorzio Gorgovivo delle soluzioni di approvvigionamento alternative mediante studi e progetti che saremo volentieri pronti a mettere a fattor comune in un tavolo tecnico con tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni agli enti regolatori e gestori, per ragionare in maniera seria e puntuale su come affrontare il problema e trovare soluzioni senza dover attendere che diventi una notizia di cronaca puntualmente ad ogni estate».