JESI – «Non sono riuscita a diventare senatrice per 274 voti, una manciata. Mi impegnerò, adesso, in vista delle prossime elezioni regionali del 2020, con il desiderio di farcela. Metterò in campo un lavoro più capillare, ho anche dei progetti da presentare al commissario regionale Paolo Arrigoni per far crescere la Lega».
Silvia Gregori, candidata del carroccio al Senato, commenta a bocce ferme i risultati delle politiche di domenica 4 marzo scorso.
«Credo che mi abbia penalizzato – sostiene – il fatto che molti abbiano deciso di votare per i 5 Stelle convinti che loro siano la novità. Non un voto di protesta, poi, ma abbagliati dal reddito di cittadinanza che sicuramente non è una proposta etica in quanto l’etica imporrebbe di dare la possibilità a tutti di lavorare e di realizzarsi attraverso il lavoro. Io, comunque, ringrazio di cuore quanti mi hanno sostenuto».
Che rimane della tua campagna elettorale?
«È stata breve, solo quattro settimane ma che ho vissuto intensamente, durante le quali non ho avuto il tempo di fare quanto avrei voluto, con più incontri pubblici. Mi ha lasciato, comunque, un bel ricordo. Per me che ho iniziato come coordinatrice cittadina della Lega due anni fa, significa tanto, significa avere avuto da parte del partito una grande dimostrazione di fiducia».
Quindi una scelta indice di considerazione da preservare per il futuro…
«Non capita tutti i giorni di essere scelti per ricoprire il ruolo di candidato al Senato e questo significa anche che se adesso è sfumata l’elezione magari la prossima volta ci sarà una possibilità concreta di essere eletti».
Roma non sarebbe stata Jesi, però…
«Avevo già deciso, qualora fossi stata eletta, di rimanere anche nell’incarico di consigliera comunale proprio per il mio attaccamento verso questa città e il territorio. Faccio politica per passione, non sono una cinica poltronista, non lo faccio per ambizioni particolari ma perché credo nella possibilità di un cambiamento. E con le persone giuste si può fare. Sono contenta che la Lega abbia avuto un buon numero di parlamentari, tra i quali il capolista Giuliano Pazzaglini che ho potuto conoscere come persona indubbiamente preparata e capace di dare una risposta alle istanze del territorio».
Si ricomincia da dove si era lasciato, allora…
«Sì, con lo stesso forte impegno di sempre distribuito, però, in modo più capillare, come dicevo. Sul territorio di Maiolati Spontini, ad esempio, per la prima volta il risultato di domenica scorsa è stato storico con quasi 600 voti alla Lega. Una risposta concreta dal significato inequivocabile: se si lavora bene poi si raccolgono i frutti».