JESI – Relativamente a «strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private». È quanto prevede il nuovo Dpcm siglato dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte per limitare i contagi da Covid-19. Una norma che ha già fatto insorgere l’Anci e sta creando più di un malumore.
«Sto aspettando la verifica approfondita da parte dei dirigenti rispetto alle disposizioni varate – osserva il sindaco di Jesi, Massimo Bacci -. Abbiamo già fissato una riunione in proposito. Il comandante della Polizia locale ci illustrerà le norme. Solo dopo potremo decidere come muoverci. Di certo, ci dovrebbero dare strumenti per poter controllare che le eventuali restrizioni, se si rendessero necessarie, vengano attuate. Se non ci sono controlli adeguati, servirà a poco a chiudere zone della città».
«Ho sentito da più parti parlare di coprifuoco. Ecco, io non userei tale terminologia – le parole di Damiano Costantini, sindaco di Chiaravalle -. Ci adopereremo affinché la normativa venga rispettata. I Comuni conoscono in maniera dettagliata le problematiche del territorio. Qualora vi fossero assembramenti incontrollabili, interverremo come prevede il governo, che ci ha indicato quale punto di riferimento. Ciò che è necessario, a mio parere, è la collaborazione fra le amministrazioni e le forze dell’ordine. Spero, insomma, che la Prefettura fornisca precise indicazioni così da non lasciar soli i sindaci. A Chiaravalle non vi sono situazioni particolarmente preoccupanti, se non alcune zone in cui gruppi di giovani non hanno ben compreso l’importanza della vita. Provvederò a parlare con loro, auspicando che le famiglie facciano il resto».
«Mi sembra sia l’ennesimo caso in cui il governo sposta le “rogne” sulle spalle dei sindaci e dei Comuni – il parere del primo cittadino di Maiolati Spontini, Tiziano Consoli -. Questo cambio repentino delle modalità di gestione dell’emergenza ci disorienta. Prima facevamo i contabili per lo Stato, ora saremo i severi di turno. Non pensiamo di certo ai “coprifuoco”, considerando le difficoltà del tessuto economico. Noi, ad ogni modo, ci siamo portati avanti, anticipando di fatto il Dpcm. Abbiamo chiuso i parchi già da qualche giorno negli orari notturni, oltre a concedere risorse a fondo perduto alle attività commerciali. Ci dispiace che, al netto dell’importanza della delega ai municipi, che conoscono meglio le criticità territoriali, non vi sia stata concertazione alcuna. La sensazione è che, essendo provvedimenti scomodi, è apparso più agevole spostare la responsabilità sulle amministrazioni locali».