JESI – «Le telecamere di video sorveglianza sono utili e costituiscono un efficace sistema di sicurezza».
La comandante della Polizia Locale di Jesi, Liliana Rovaldi, vuol far “passare” questo concetto prendendo spunto dall’ultima scritta, in ordine di tempo, che ha imbrattato il sottopasso che dalla stazione ferroviaria porta al parcheggio vicino alla Multisala.
Un messaggio d’amore scritto con vernice nera che spicca sul bianco di quel tunnel recentemente rimesso a nuovo.
Autore, un ragazzo minorenne, 15 anni, individuato proprio dalle telecamere di video sorveglianza mentre era intento a scrivere, e immortalato dall’occhio elettronico il 21 settembre scorso.
«Ho ritenuto opportuno fare tutto un percorso – ha detto la comandante – e concluderlo, senza tanti proclami, ma visto che c’è chi dice che le telecamere di video sorveglianza non servono a niente perché noi non stiamo 24 ore al giorno davanti ai monitor, ho ritenuto opportuno rendere pubblico il nostro operato, condividendolo con l’assessore alle politiche giovanili Marisa Campanelli».
Il percorso di indagine – spiega – è iniziato dopo aver visionato i fotogrammi e da lì si è risaliti all’autore il quale, oltre a essere un ragazzino «ha anche delle problematiche a livello familiare e sociale».
Si è preferito, così, non procedere in maniera drastica ma capire in quale contesto quel gesto fosse maturato per poi arrivare a parlare anche con il ragazzo e i genitori. Agire insieme, coinvolgendo pure le strutture che seguono la situazione del giovane.
«Quando ci sono di mezzo i minori sarebbe troppo semplicistico fare il lavoro che ci compete per legge con la relativa denuncia alla Procura minorile – sottolinea Rovaldi -. Non ci siamo sentiti di procedere solo così. Anche se il reato di danneggiamento è configurato e se ne pagano le conseguenze».
Prima delle quali le spese – a carico della famiglia -per ridipingere il tratto sporcato.
Le immagini sono tenute, come prevede la legge, per 7 giorni, dopodiché le registrazioni si sovrappongono e vengono cancellate.
«Per quanto concerne questa situazione specifica ci sono volute due ore e mezzo di tempo per guardare tutte le 24 ore della registrazione. Quindi, noi agiamo nel momento in cui veniamo a conoscenza di un fatto criminoso più o meno importante».
E non solo per questo. In alcuni parcheggi cittadini, dove le telecamere sono presenti, si erano registrati danni, anche rilevanti, sino a 2mila euro, a veicoli in sosta.
«Il proprietario di una di queste auto danneggiate è venuto da noi denunciando il fatto e siamo riusciti, attraverso le immagini, a trovare chi era responsabile del danno, lo abbiamo contattato per risolvere nel migliore dei modi la questione. Non è che tutte le volte informiamo su quanto facciamo ma operiamo spesso, fornendo anche immagini agli inquirenti che ce le chiedono. È successo per il caso della ragazza di Cupramontana, ma senza esito, e anche in occasione di un furto. Abbiamo visto i ladri entrare e uscire e le immagini le abbiamo fornite alle forze dell’ordine che ce le avevano richieste».
«Quando si tratta di un minore – afferma Marisa Campanelli – occorre agire nella logica di comprensione delle dinamiche per portare aiuto piuttosto che punire e questo vede necessariamente il coinvolgimento della famiglia la quale va indirizzata verso i servizi che la possano sostenere per gestire nel migliore dei modi la situazione. Le problematiche dei giovani sono tante, per questo nelle scuole porteremo corsi specifici di educazione civica, di rispetto della cosa pubblica e dell’altro. Esistono anche due centri di aggregazione giovanile, a Jesi, che operano molto bene ed è necessario potenziarli perché a essi spesso si rivolgono i giovani che hanno difficoltà di vario genere».