JESI – Spostamento fontana dei Leoni, il dibattito si accende sempre di più. Pd e Jesi in Comune hanno lanciato la proposta di un referendum popolare per decidere se trasferire o meno il monumento in piazza della Repubblica, come chiesto da Cassio Morosetti. Ma la proposta non è piaciuta in maggioranza.
«La fontana che tanto divide ha avuto come suo primo effetto quello di riunire le anime della sinistra della città che annuncia fronte comune per le prossime elezioni comunali del 2022 oltre ad un primo punto del programma di mandato: non sposteremo la fontana in Piazza della Repubblica – scrivono Jesiamo, Jesinsieme e Patto x Jesi -. Non proprio un tema da primarie, lontane le dure battaglie sulle questioni sociali, ma sempre da una piazza si riparte. La sensazione netta, quanto spiacevole, è che l’eredità di Cassio Morosetti debba essere fatta passare solamente come una questione politica su cui giocarsi il governo della città. Situazione grottesca, priva di prospettiva e su cui però ben se ne guardano Pd e Jesi in Comune da esprimere valutazioni per la città: la chiamata al referendum è l’ennesima fuga dalle responsabilità verso un tema cittadino da parte di chi rappresenta in consiglio comunale l’odierna sinistra. Ci sarà una responsabilità nel dire “Sì” ma dovrà esserci un’altrettanto motivata responsabilità nel dire “No”. Ne abbiamo avuto esempio con il monumento di Piazza Pergolesi, rimandato di anni e con ampie levate di scudi sulla realizzazione, così come per i lavori di Corso Matteotti procrastinati all’infinito pur di non affrontare il non consenso cittadino, pochi ma fulgidi esempi di come sia stato, ed è tuttora, il voto l’unico vero importante fine di una politica che continua a non appartenerci».
Proseguono le tre liste: «Si critica molto la comunicazione messa in campo dall’Amministrazione, eppure le cronache narrano che questo di Cassio Morosetti non sia al primo tentativo di riportare il monumento nella vecchia ubicazione, tentativi tutti passati nel silenzio assoluto delle precedenti amministrazioni che sull’argomento non hanno mai speso una sola unica parola verso la città. Viene spontaneo chiedersi perché non sia stato invocato il referendum, quando si è trattato di chiudere una strada per edificare il complesso Mercantini, in quell’occasione la partecipazione del popolo si è presa un bel periodo di vacanza, perché le piazze sono di tutti ma le vie un pò meno. Oggi il Pd con molta leggerezza ci comunica che 2 milioni di euro possono andarsene tranquillamente in beneficenza, come se gli enti comunali navigassero nello sperpero più completo, e la cifra sembrasse così irrisoria. Certo per chi è abituato a pagare consulenze esterne e direttori generali, importi che si avvicinano di molto alla donazione di Morosetti, questi sembrano irrisori. Ed è proprio perché si attraversa un momento difficile, anche per le amministrazioni pubbliche, che un lascito del genere deve essere considerato».
Quindi l’attacco a Jesi in Comune, «che afferma “dare qualcosa per ottenere qualcosa a noi sembra un ricatto” e “ è la donazione di un ricco”, eppure i Consiglieri comunali di sinistra quando c’è stato da votare la donazione di Cassio Morosetti per la costruzione del centro Alzheimer hanno espresso compatti ed unanimi il voto favorevole accettando senza colpo ferire la donazione di colui che dopo essere stato insignito della cittadinanza onoraria – altro voto unanime del Consiglio Comunale – è stato sbeffeggiato sui social per una presunta, ma mai confermata, simpatia fascista: coerenza avrebbe voluto un voto diverso. Non possono essere certo questi i motivi per non prendere in considerazione l’opportunità che oggi ci viene presentata da Cassio Morosetti, è una donazione per la città, sulla quale come amministrazione abbiamo il dovere morale di informare e di effettuare tutte le valutazioni del caso tralasciando quella pretestuosa superficialità ascoltata sinora».