JESI – Nella giornata di ieri 25 luglio, nella fascia oraria pomeridiana, personale del Commissariato PS Jesi , unitamente a personale dei Carabinieri della Compagnia di Jesi ed al personale AST del dipartimento prevenzione igiene, alimenti e bevande di Ancona, coordinati dal Dirigente Vice Questore Dr Paolo Arena, nell’alveo delle direttive del Questore di Ancona Capocasa , d’intesa col Prefetto Ordine Saverio, hanno attuato un servizio straordinario antimovida nel comune di Staffolo, rientrante nella competenza amministrativa del Commissariato, in corrispondenza dei luoghi di maggior concentramento giovanile ed in particolare nel Parco Europa, ove in passato si sono registrate problematiche di ordine pubblico per la condotta di alcuni giovani sconfinata in eccessi. Al contempo, sono stati effettuati controlli amministrativi negli esercizi commerciali, con identificazioni a campione continuo, garantendo un presidio di legalità per contemperare le esigenze di sicurezza da parte dei cittadini con quelle del sano divertimento.
Nel complesso sono state identiticate 82 persone, di cui 11 risultate positive ai controlli. Trentasei i veicoli controllati, tre i verbali (per guida con autovettura con potenza max di 80 KW superiore al limite consentito di 70 KW, divieto di sorpasso, mancanza di documenti di circolazione) per un importo di 30 euro 300. Tre gli esercizi commerciali sottoposti a controllo, di cui due sanzionati: 11 gli illeciti amministrativi rilevati per 9mila euro complessivi di sanzioni.
In un bar all’atto del controllo riscontrata l’omessa esposizione della Scia, l’omessa affissione del listino prezzi bevande conservate nel frigo, l’omessa apposizione del cartello orari all’interno ed all’esterno dell’esercizio, la mancanza della licenza per la vendita alcolici, l’assenza di un bagno per disabili e la presenza di barriere architettoniche che impedivano l’accesso ai diversamente abili. La ditta, esercitava a tutti gli effetti attività di somministrazione di alimenti e bevande ma presa visione della NIA del suap di Staffolo, era per attività di bar gelateria e paninoteca. Il titolare dichiarava d’aver presentato integrazione al Suap che non era in grado di esibire nell’immediatezza. Alcuni cassonetti di smaltimento rifiuti allocati nei locali di preparazione e mescita, non risultavano provvisti di apertura non manuale. Sulla parete sopra il forno, veniva riscontrata una porzione con distacco di intonaco mentre, al di sopra delle apparecchiature frigorifere, erano presenti contenitori in plastica vuoti che potevano costituire fonte ed accumulo di sporcizia e polvere. Nel laboratorio di preparazione degli alimenti, non venivano segnalati né erano presenti dispositivi per il monitoraggio e la cattura degli animali infestanti. Nel locale laboratorio non era adeguatamente individuata la zona per il lavaggio mani dei dipendenti in servizio. Il titolare, all’atto del sopralluogo, non era in grado di fornire il piano di autocontrollo HACCP né le schede di monitoraggio e da un’intervista ai dipendenti si evinceva una forte carenza di formazione sulla sicurezza alimentare e monitoraggio delle temperature, pulizie e lotta infestanti.
In un secondo bar all’atto del controllo riscontrata l’omessa apposizione del cartello orari all’interno ed all’esterno dell’esercizio, l’omessa affissione del listino prezzi dei prodotti alimentari, l’omessa esposizione della Scia, la mancanza della licenza per la vendita alcolici. Il soffitto del retro bancone bar presentava in alcuni punti il distacco dell’intonaco, la zona lavaggio mani del personale dipendente non era correttamente individuata e munita di asciugamani o carta e dispenser con sapone, sufficienti le condizioni igienico sanitarie. Il piano di autocontrollo HACCP redatto nel 2021 non era del tutto dettagliato e corrispondente all’attività realmente svolta in quanto ad esempio venivano citati alimenti non utilizzati in quell’esercizio ed altre parti irrilevanti per il tipo di attività. Inoltre, si aveva modo di accertare come tavolini e sedie erano stati ammassati su un lato della struttura in modo da creare una platea per il ballo con luci ruotabili a 360° al centro della pista. Non a caso erano presenti un deejay che curava la diffusione musicale ad alto volume con due grandi casse acustiche , due addetti alla security, due animatrici e , stante la presenza degli operatori in divisa, gli avventori , quasi tutti giovani in numero di circa 50, erano appartati ( in attesa di ballare come peraltro confermato da alcuni di essi). Il titolare, non era in possesso di alcuna licenza per i trattenimenti danzanti ma solo per il piccolo trattenimento senza ballo, accessorio e complementare all’attività principale di somministrazione alimenti e bevande. Pertanto, veniva diffidato a non trasformare i locali in discoteca all’aperto.