JESI -Una start-up per il museo di Federico II. È quanto propone la giunta per la gestione del contenitore multimediale donato dall’ingegner Gennaro Pieralisi. Concederà la disponibilità, a titolo gratuito per una durata di otto anni, degli spazi museali di palazzo Ghislieri, continuando ad assumerne i costi di locazione, e l’erogazione, per la durata di tre anni (2020, 2021 e 2022) , di un contributo annuo a fondo perduto pari a 150.000 euro, a parziale copertura dei costi, sostenuti e documentati, di avvio e gestione. Alla selezione potranno partecipare persone fisiche – singole o organizzate in team – di età non non superiore a 35 anni (del proponente o di almeno i 2/3 dei componenti del team), residenti nella regione Marche (del proponente o di almeno i 2/3 dei componenti del team).
«Da tempo – osserva Emanuela Marguccio del Pd – aspettavamo la proposta della Giunta Bacci per gestire il museo Stupor Mundi ed il modello della start-up, totalmente privato, sarà quello che verrà presentato al prossimo Consiglio Comunale. La scelta di dare l’opportunità in particolare a giovani con età non superiore a 35 anni residenti nelle Marche, è certamente positiva, ma occorre analizzare bene la proposta. L’amministrazione affiderà la gestione del museo per 8 anni, ma stanzierà 450.000 euro per i primi tre anni e per 8 anni pagherà la locazione dei locali sede del museo. Dunque fino a fine mandato si accollerà tutte le spese necessarie per la gestione del museo nonostante il suo affidamento a terzi e poi… speriamo nella buona sorte. Sulle cifre stanziate tutto chiaro, non è stato invece precisato con altrettanta chiarezza il ruolo del Comune per quanto riguarda le scelte gestionali».
Entrando negli aspetti più tecnici, l’esponente democrat evidenzia che «nella selezione non verrà tenuto conto della capacità dei candidati di saper elaborare e gestire progetti europei, certo utili per futuri e necessari finanziamenti. Sembra inoltre che chi verrà selezionato, almeno in base ai criteri scelti, non dovrà necessariamente possedere la capacità di instaurare relazioni con realtà che vanno oltre perimetro cittadino. Certo la speranza che il museo Stupor Mundi rimanga aperto a tempo indeterminato è un risultato auspicabile da augurare alla nostra città, ma non avendo ancora le idee chiare, l’amministrazione rischia, e il rischio è alto, di dover sostenere economicamente un museo senza avere un ruolo formalizzato e chiaro nella sua gestione, senza poter collaborare con sufficiente rilevanza nelle scelte determinanti, nella costituzione di reti progettuali da programmare non solo con le preziosissime risorse cittadine, ma anche con importanti realtà nazionali e internazionali».
«Ancora il progetto è un po’ fumoso – il parere di Samuele Animali di Jesi in Comune -, bisognerebbe leggere il bando e vedere se e chi risponde all’appello. A occhio i conti non tornano, visto che Stupor Mundi perde circa 100mila all’anno. Questo dal lato ragionieristico, l’unico preso in considerazione. Zero per quanto riguarda una politica culturale pubblica: ti pago, ma non voglio rogne. Esattamente il contrario di quando in consiglio maggioranza e amministrazione avevano fatto appello al ruolo promozionale e culturale per cui si doveva assicurare la “conduzione” pubblica del museo».