JESI – Una persona, con grave disabilità, è stata abbandonata davanti alla Casa delle Genti di Jesi dal Sindaco di un comune marchigiano, che non ha nemmeno atteso l’apertura della struttura.
A denunciare l’accaduto è Franco Pesaresi, direttore dell’Azienda Servizi alla Persona: «Andiamo a trovare questa persona ogni giorno – spiga – Per accertarci delle sue condizioni e per convincerlo ad entrare nella struttura. L’uomo, straniero, infatti è molto diffidente e non vuole entrare nella struttura, al momento vive nella zona, all’aperto e viste le temperature stiamo cercando di comunicare con lui ma la disabilità e la situazione non aiutano il dialogo». La segnalazione è arrivata questo fine settimana: «Si tratta di un episodio molto grave – continua Pesaresi – Indipendentemente dalla provenienza e dalla disabilità, le persone non si abbandonano così. Tra l’altro questa è una situazione delicatissima, è un senzatetto: chi lo ha abbandonato fuori dalla Casa delle Genti ha effettuato una chiamata per verificare che la struttura funzionasse ma poi lo ha abbandonato senza nemmeno aspettare che aprisse».
Adesso questa persona è in carico ai servizi di Jesi?
«Diciamo di sì ma dobbiamo abbattere la sua diffidenza per poterlo aiutare. Abbiamo svolto un accurato lavoro di indagine per capire da dove viene ma è un mistero come sia arrivato in Italia. Abbiamo anche cercato di contattare il Sindaco che lo ha scaricato. Quello che ci preme adesso è cercare di superare la sua diffidenza per garantirgli una protezione e farlo dormire al caldo».
A denunciare quanto accaduto anche la Cgil Ancona: «Le persone, siano esse sane o malate, abili o disabili, residenti o senza fissa dimora, italiane, comunitarie o migranti, non possono essere “scaricate” da parte di una pubblica amministrazione che anzi dovrebbe farsi carico delle necessità delle persone malate ed in condizioni di disagio». Le condizioni di povertà, assoluta e relativa, sono in crescita anche nel nostro territorio e richiedono provvedimenti urgenti e strutturali per il loro contrasto. «La soluzione – dichiara Tiziana Mosca, segretaria della Cgil Ancona – non può assolutamente essere quella di spostare le persone lontano dallo sguardo dei propri concittadini; una pubblica amministrazione ha il dovere di promuovere l’inclusione e l’integrazione secondo i dettami della Costituzione e il sindaco in questione dovrà rispondere legalmente del suo operato. Ciò che è certo è che quanto accaduto va condannato senza se e senza ma eticamente e politicamente».