JESI – Galeotta la quota variabile della Tari – la tassa sui rifiuti -, applicata illegittimamente da alcuni Comuni italiani anche alle pertinenze – garage, cantina, soffitta – delle utenze domestiche, che ha fatto scoppiare il “caso” a livello nazionale con una interrogazione parlamentare.
Tra questi Comuni, comunque, quello di Jesi non c’è: ciò che gli jesini hanno pagato sino ad ora è in regola con l’applicazione corretta della tariffa “binomia”.
In sostanza, la suddetta tariffa è composta da una quota fissa che si correla alla superficie e al numero del nucleo familiare, mentre la viariabile si collega al numero degli occupanti e va associata all’intera utenza. Applicando la variabile a ogni pertinenza – come è successo per alcune “interpretazioni” – si gonfia la tariffa. Di qui l’illegittimità.
La cosiddetta “parte variabile” della tassa è stata infatti applicata, sin dall’istituzione della Tares nell’anno 2013, una sola volta per ogni utenza domestica, senza duplicazioni se vi sono pertinenze delle abitazioni.