JESI – La casa è il bene di proprietà per eccellenza degli italiani che sono proprietari dell’abitazione dove risiedono per il circa il 70%. Tuttavia, anche se il 78% dell’Italia è esposto al rischio terremoto, solo il 5% delle abitazioni è assicurato contro questo tipo di calamità che non smette mai di minacciare la gran parte del nostro Paese e il centro Italia in particolare.
Parlare di prevenzione a livello infrastrutturale, restaurando il patrimonio immobiliare vetusto e costruito senza le conoscenze in materia antisismica di cui i tecnici sono in possesso, oggi è una soluzione sicuramente da praticare ma che richiede tempi lunghi e costi importanti. Assicurare la propria casa è la soluzione immediata per mettersi al sicuro (almeno sotto l’aspetto economico) da questo rischio.
«Come spesso succede dopo una calamità – dice Nicolas Cantarini, Intermediario di Broker – c’è la corsa degli utenti a informarsi sui costi per sottoscrivere una polizza e, per chi l’ha già sottoscritta, a chiedere informazioni sulla protezione di cui si sta beneficiando». Come per garantirsi da altri accadimenti accidentali i costi sono ampiamenti sostenibili e, nel caso di infausto accadimento, il ristoro è decisivo per la maggior parte di coloro che sono colpiti dal problema.
«Gli indicatori che determinano il costo per una polizza contro il rischio sismico sono molti – chiarisce Cantarini – e dipendono da vari fattori come l’ubicazione stessa dell’abitazione, se, ad esempio, in un territorio ritenuto a forte rischio». (In Italia solo la Sardegna è zona antisismica). Inoltre influiscono l’anno di costruzione, le manutenzioni ed eventuali ristrutturazioni, il pregio dell’immobile e altri dettagli.
Particolarmente a rischio poi c’è il patrimonio di edilizia residenziale pubblica realizzata nel periodo del boom edilizio degli anni ’50 –’60 – ’70.
Gli assicuratori si stanno confrontando anche su soluzioni differenti.
«Una delle proposte sul tavolo – ricorda l’intermediario di broker jesini – potrebbe essere la sottoscrizione obbligatoria a prezzi popolari di una polizza, nell’ordine dei 100 euro circa, che potrebbe consentire alle Compagnie di coprire un rischio annuo complessivo di circa 10 miliardi. Si tenga conto che nel 2021 lo Stato ha speso 7 miliardi per ricostruzioni post sisma».
«A mio avviso è chiaro che una soluzione vada trovata e il legislatore che si è appena insediato – conclude – dovrà valutare attentamente la situazione».