JESI – «Sui tigli di viale Trieste scelti ascolto e partecipazione. Nessun costo per il Comune dalla nuova perizia. Né maggiori rischi, nell’attendere una settimana, rispetto a un mese fa, quando l’allora amministrazione aveva in mano la seconda perizia ma non li ha comunque abbattuti». Così Alessandro Tesei, assessore all’Ambiente del Comune di Jesi, rispondendo in Consiglio alla domanda d’attualità presentata dall’opposizione civica sulle alberature del viale della stazione.
Domanda illustrata da Francesco Rossetti (Riformisti) e firmata anche da Tommaso Cioncolini e Matteo Marasca (Jesiamo), Giancarlo Catani (Patto per Jesi), Matteo Sorana (Orizzonte Jesi): «Quali motivi e ragioni di interesse pubblico hanno giustificato l’improvvisa sospensione dell’abbattimento già deciso per ragioni di sicurezza e di incolumità pubblica sulla base di due perizie tecniche già commissionate dall’amministrazione comunale?». La minoranza civica vuole poi chiarimenti in merito alla richiesta di una terza perizia e alle «valutazioni sui rischi per la sicurezza e per l’incolumità pubblica, anche alla luce della recentissima tromba d’aria che ha colpito la città. Che procedura è stata seguita per il conferimento dell’incarico e quali costi, nel caso, saranno posti a carico dell’ente?».
Dice Tesei: «Abbiamo scelto un percorso di ascolto delle esigenze della cittadinanza e partecipazione, alla luce dell’importanza ambientale e urbanistica della vicenda per il valore che viale Trieste ha per la città. Inoltre fra prima e seconda analisi si è passati da 12 piante da abbattere con urgenza a 4: si fosse proceduto a febbraio, sarebbero stati eliminati alberi che potevano essere preservati». E sulla verifica dell’agronomo Daniele Zanzi, indicato come esperto dal Comitato Garanti del Verde, Tesei precisa: «Nessun costo per il Comune, la spesa della nuova perizia sarà coperta dai privati. Una settimana di attesa, dove fra l’altro non sono previste perturbazioni, non comporta rischi maggiori di ieri o di un mese fa quando, a mio avviso, l’amministrazione in carica ha ritenuto la valutazione dei pericoli secondaria rispetto agli interessi elettorali».
Ma per Rossetti restano «preoccupazioni, per l’incolumità dei cittadini e le responsabilità cui si espongono gli uffici».