JESI – «È l’Erap che si sta occupando dei lavori sull’area interessata dalla prossima edificazione del nuovo palazzo. Gli abbattimenti di alberi sono appunto legati allo spazio sul quale sorgerà l’immobile. C’è in ogni caso l’obbligo, per l’Erap, di piantare due alberi per ciascuno di quelli che saranno abbattuti». Così dal Comune sui lavori che hanno preso il via da questa settimana nell’area adiacente la palestra Carbonari, nel cuore del quartiere San Giuseppe. Si tratta del cantiere per la nuova discussa (leggi l’articolo) torre Erap di appartamenti a edilizia agevolata, sette piani per trenta alloggi. Da lunedì scorso in vigore i divieti di transito e sosta nello spazio in fondo a via dei Mugnai, precedentemente destinato a parcheggio pubblico vicino alla frequentatissima palestra.
Questa mattina la visita al cantiere della Forestale, per verificare la regolarità dei permessi per gli abbattimenti di alberi e piante, vicino alla Carbonari e nel parco del Granita, che sono stati effettuati in questi giorni, non senza allarmi e segnalazioni preoccupate da parte di residenti e attivisti che si sono esposti in questi anni contro la realizzazione di un nuovo palazzone in un’area già densamente edificata e abitata. Su di un albero risparmiato c’è pure chi ha attaccato un cartello in cui si citano Dio e il Papa e sta scritto: «Non opponetevi all’opera di Dio, non danneggiate questa e le altre querce».
Ma ad attirare l’attenzione è il cartello sulla recinzione del cantiere, dove vengono riportate come date d’inizio lavori il 9 agosto scorso (si è invece partiti il 15 ottobre) e di fine lavori quella del 30 gennaio 2020.
Recintato anche l’accesso da via Mugnai al parco del Granita, al quale si arriva ora solo passando dai palazzi di via Tessitori. Anche nel parco alberi e piante abbattuti. Non mancano altri disagi, precedenti all’apertura del cantiere: proprio davanti a questo, del tutto a terra la recinzione che dovrebbe impedire di avvicinarsi al rudere in rovina a ridosso della Carbonari e c’è chi segnala i casi di bambini visti giocare troppo vicino al pericoloso e cadente edificio.