Jesi-Fabriano

Torre Erap, la petizione approda in consiglio comunale

Giovedì 28 settembre maggioranza e opposizione dovranno esprimersi sulla richiesta, formulata dai cittadini, di bloccare la realizzazione dell'immobile nel quartiere di San Giuseppe a Jesi

La platea dell'assemblea a palazzo dei Convegni a Jesi sulla torre Erap di via Tessitori
La platea dell'assemblea a palazzo dei Convegni a Jesi sulla torre Erap di via Tessitori

JESI – Una petizione popolare per chiedere di bloccare la realizzazione del palazzo Erap di via Tessitori. Approdano in consiglio comunale, giovedì 28 settembre, le oltre 100 firme raccolte nel quartiere di San Giuseppe, e non solo, con l’obiettivo di fermare l’edificazione dell’immobile, pianificato svariati anni fa, che tanto sta facendo discutere la città.

In sostanza, si chiederà «che sia annullato il vigente piano di recupero “Campus Boario” e venga stabilito che per tutte le aree e gli edifici esistenti, interni al perimetro del piano di recupero, siano ammessi solo interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e risanamento conservativo». L’aula dovrà chiaramente esprimersi in merito.

I firmatari della petizione ribadiscono infatti «l’assoluta contrarietà alla costruzione di una torre di sette piani, per trenta appartamenti, sul terreno di via Tessitori venduto all’Erap, perché farlo, in assenza di opere compensative adeguate (parcheggi sotterranei o altro), significherebbe creare disagi irrisolvibili ai residenti dell’area di via Tessitori, via Mugnai e a coloro che frequentano le strutture della Palestra Carbonari e del centro sociale “L’Incontro”. Non solo. La presenza di un mostro di cemento di quel tipo pregiudicherebbe la fattibilità, nel prossimo futuro, di interventi migliorativi a favore della vivibilità del quartiere».

La costruzione della torre, sostengono i promotori della petizione (di diverso parere i tecnici del Municipio), «è al momento scongiurata, in quanto è scaduto il permesso di costruzione
n.2015P0625, rilasciato dal Comune di Jesi a favore dell’Erap, prot.n.64474 del 17.11 .2015 e notificato al richiedente in pari data. I lavori dovevano iniziare entro il 17 novembre 2016, a meno di una richiesta di proroga motivata che I’Erap avrebbe dovuto inviare al Comune di Jesi, entro quella data. Ciò non è avvenuto, pertanto il permesso di costruzione è scaduto di validità (art. 15 del D.P.R. n. 380/2001). L’ERAP non ha più titolo a beneficiare del contributo regionale di 1.950.000 euro, in toto o per la parte non spesa, per la costruzione dell’edificio in parola, perché non ha iniziato i lavori entro il 31 luglio 2015 (scadenza dell’ultima proroga concessa ai fini del mantenimento del contributo). Non si vuole che siano scaricati sul quartiere gli errori politici e i debiti accumulati dalla STU Campo Boario s.p.a.. Non debbono essere i cittadini a pagarne le conseguenze, ma i veri responsabili».

Nella petizione si ricostruisce anche il ruolo della Stu (Società di Trasformazione Urbana) che era stata istituita per la riqualificazione complessiva del quartiere di San Giuseppe. «La messa in liquidazione nel 2014 della Stu – si legge nell’atto che i consiglieri comunali dovranno votare – ha decretato la fine dei tentativi posti in essere dalle passate e dalla presente Amministrazione di dare attuazione al piano di recupero “Campus Boario”, adottato definitivamente nel 2007. In esito alle attività della Stu, dal 2007 al 2014 si sono ricavate solo perdite ingenti a danno del Comune di Jesi, dell’ordine di milioni di euro, come dichiarato dal Sindaco Bacci sulla stampa locale nel febbraio 2016. L’unica operazione in entrata portata a compimento dalla Stu, nei suoi sette anni di vita, è stata esclusivamente la vendita del terreno agricolo, reso edificabile con il Piano di Recupero sopradetto, quello sul quale I’Erap vorrebbe costruire».

Una pratica, questa, che potrebbe mettere in difficoltà la maggioranza a sostegno di Massimo Bacci.