JESI – Si è chiusa oggi la complessa indagine sul traffico illecito dei rifiuti condotta da Carabinieri Forestali, Guardia di Finanza e Capitaneria di porto che lo scorso ottobre aveva portato a cinque arresti. L’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Ancona aveva aperto un vaso di Pandora su un giro di stoccaggio illecito di rifiuti addirittura nei pressi di una scuola dell’infanzia di Jesi. Alla vasta operazione gli inquirenti erano arrivati indagando su abbandoni di rifiuti in aree non autorizzate e avevano scoperto un presunto giro di tangenti per assegnare appalti pubblici e aggirare le norme sul conferimento di 1.600 tonnellate di rifiuti nel centro di raccolta comunale di Jesi.
Il Pm Paolo Gubinelli, titolare del fascicolo sul traffico illecito di rifiuti, turbativa d’asta, truffa, peculato e corruzione, aveva concentrato le indagini sulla Nuova Edilsystem società di Jesi che si occupa di ristrutturazioni, costruzioni, noleggio di mezzi movimento terra e smaltimento rifiuti. A ottobre erano state eseguite 5 misure cautelari emesse dal Gip: Danilo Gambini, 52 anni, procuratore della società Nuova Edil System di Jesi, con custodia in carcere. Ai domiciliari erano stati sottoposti Lory Gambini, 50 anni, amministratore unico della stessa società e sorella di Danilo; Sergio Dolciotti, 61 anni, jesino, direttore tecnico di Jesi Servizi; Alessandro Gasparetti, 59 anni, anconetano, funzionario area tecnica del Servizio Tecnico e Patrimonio Inrca Ancona; Filippo Picchini, teramano, 44 anni, ingegnere libero professionista, residente ad Ancona, collaboratore della Ast nel ruolo di Responsabile Unico Procedimento (Rup), in alcuni degli appalti finiti sotto la lente degli investigatori.
Nell’inchiesta sono finiti anche il Centro Ambiente di Jesi e la società municipalizzata che lo gestiva, la JesiServizi Srl. Gli indagati ad oggi sono saliti a 11 e per tutti, nei giorni scorsi, è stata notificata la chiusura delle indagini che preannuncia una imminente richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura. La notizia della notifica dell’avviso “415 bis” è emersa durante l’illustrazione del bilancio dell’attività dei Carabinieri forestali, stamattina ad Ancona. Ci sono altri sei indagati a piede libero, oltre ai cinque già sottoposti a misure cautelari nel frattempo decadute (nello specifico si trattava di due imprenditori jesini e tre pubblici ufficiali, residenti tra Ancona e Jesi, dipendenti di pubbliche amministrazioni tra le quali l’Ast e l’Inrca). Gli indagati a piede libero sono invece due idraulici, un dirigente Ast, un avvocato custode giudiziario di un’area oggetto di fallimento, un ingegnere libero professionista e un amministratore delegato. Per tutti le accuse, a vario titolo, sono attività organizzata per traffici illeciti di rifiuti, corruzione, turbativa d’asta, truffa, inquinamento ambientale e peculato.