Jesi-Fabriano

Tribunale Malato denuncia assenza di privacy all’obitorio. Risponde l’Area Vasta che smentisce e annuncia nuovi primari

L'Area Vasta annuncia entro ottobre la scelta dei primari di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, Ortopedia e Traumatologia, Pediatria, Ginecologia e Ostetricia

L'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi
L'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi

JESI – Mancanza di privacy e riservatezza in obitorio. La denuncia viene dal Coordinatore del Tribunale per i diritti del Malato di Jesi Pasquale Liguori che segnala: «Dobbiamo prendere atto di un’altra carenza di personale che riguarda la figura del necroforo, che deve provvedere anche al trasporto della salma dal reparto all’obitorio. Attualmente nel nostro ospedale operano solo due unità che non riescono quindi ad assicurare il servizio di reperibilità notturna. Se il decesso avviene di notte, la salma potrebbe restare nella Unità Operativa sino al mattino successivo poiché il personale di turno del reparto, per eseguire il trasporto, dovrebbe lasciare il reparto».

Pasquale Liguori
Pasquale Liguori

Mancherebbe in questo caso, secondo Liguori, «la massima privacy e riservatezza. Il defunto deve essere portato in una stanza ad hoc, ci risulta che spesso si ricorre ai paraventi mobili». Per il Tdm c’è anche altro: «La composizione della salma e la preparazione igienica del deceduto che, normalmente, deve essere eseguita dal personale OSS e dall’infermiere, un’attività questa ultima che va eseguita peraltro entro le prime tre ore dalla morte, prima che intervenga il “rigor mortis “, tenendo anche conto del credo religioso e dei riti culturali del defunto e dei suoi famigliari». Liguori fa sapere di aver ricevuto una segnalazione in cui un paziente deceduto sarebbe stato trovato con la «porta aperta della camera in cui si trovava, corpo seminudo ricoperto in maniera frettolosa, bocca aperta, viso sfigurato dagli spasmi della morte, tubicino dell’ossigeno staccato ma ancora funzionante».

Maurizio Bevilacqua
Maurizio Bevilacqua

È il Direttore dell’Area Vasta 2, Maurizio Bevilacqua, a chiarire di aver verificato attentamente il caso: «All‘ospedale di Jesi a stata recentemente operata una riorganizzazione dell’attività obitoriale con il fine di rispettare le norme contrattuali dei dipendenti pubblici, con specifico riferimento ai turni di pronta disponibilità del personale del comparto. La Direzione Medica Ospedaliera ha proceduto, dopo una dettagliata analisi delle attività obitoriali degli ultimi due anni ed il confronto con altre realtà similari regionali ed extraregionali, a rimodulare l’attività delle due operatrici in servizio. Dall’inizio della nuova modalità organizzativa non sono mai stati segnalati disservizi, né da parte degli operatori sanitari né da parte dei familiari dei defunti, cosa che invece avrebbe rideterminato una modifica dell’organizzazione».

La direzione garantisce quindi di aver operato sempre nel rispetto della privacy e delle famiglie che perdono il proprio caro. «Dopo il decesso – continua Bevilacqua – proprio per garantire la massima dignità al defunto, tutte le procedure post mortem, che devono essere compiute al letto di degenza, sono effettuate a porta chiusa. La segnalazione a cui si fa riferimento, recentemente pervenuta alla Direzione, si riferisce ad un unico caso, accaduto nel pomeriggio del 5 giugno, ed avvenuto per l’ingresso non autorizzato nella stanza di degenza in cui il decesso era avvenuto da poco ed erano ancora in corso le procedure di accertamento della morte, precedenti a quelle di igiene e composizione della salma».

Per quanto riguarda il personale l’Area Vasta fa sapere di aver attivato «una task force per poter portare a compimento entro settembre, massimo ottobre, la scelta dei Responsabili delle U.O.C. (primari) di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, Ortopedia e Traumatologia, Pediatria, Ginecologia e Ostetricia. È stato inoltre pubblicato l’avviso per cercare un nuovo primario delta Radiodiagnostica che scade il 16 agosto».