JESI – Tenacia, impegno, determinazione. Roberto Catani, jesino classe 1965, ha vinto il Grand Prix ai Sommets di Cinema d’Animation di Montreal con il suo ultimo film di animazione “Per tutta la vita”.
Roberto Catani ha lasciato Jesi a 14 anni per frequentare la Scuola di disegno di Urbino dove si è diplomato nel 1986.
È stato difficile lasciare la città, gli affetti, così giovane per seguire un sogno? «È stato molto difficile. Ero molto determinato e devo dire grazie ai miei genitori che mi sono stati vicini e mi hanno spinto verso quella che è la mia strada. Mi hanno compreso e così ho superato anche i momenti più difficili». Lo jesino si divide tra la sua città natale e Pesaro, dove vive: «Ho insegnato ad Urbino, una città che mi ha dato moltissimo, per 28 anni e ora lavoro al Liceo Artistico di Pesaro. La vita da pendolare è pesante».
Il tuo ultimo lavoro “Per tutta la vita” racconta le relazioni da un altro punto di vista, vero? «Si. In questo cartone si celebra una storia d’amore per quello che è stata, per ciò che ha dato. Le relazioni iniziano e finiscono, molte ci lasciano qualcosa ed è questo che ho voluto celebrare: non che il dolore sia terminato ma non che si trasformi in vendetta. Il racconto procede dalla fine all’inizio di una relazione: la conclusione di un rapporto non deve per forza finire in maniera drammatica». Un lavoro rivolto ad un pubblico adulto, hai mai pensato di lavorare anche per un pubblico più giovane? «Ho sempre lavorato per un pubblico adulto, mi sono state fatte delle proposte per altri target ma con i miei film parlo a me stesso e quindi quello che ho da dire lo racconto ad un pubblico adulto. Non che i ragazzi non abbiano bisogno di approfondire una lettura più critica delle immagini».