JESI – Una mano colorata e alta tre metri, a Piazzale San Savino, punto di incontro tra culture. Inaugurato oggi il monumento “Punto di Contatto tra culture” frutto di un percorso che dal murales “DiverciTeen” al San Savino Linking Festival culmina con la celebrazione dei valori dell’amicizia, della fratellanza e delle identità tra diverse realtà etniche, economiche e sociali che vivono in questa zona della città. La scultura sorge nell’aiuola confinante con il parcheggio, sullo sfondo l’antica chiesa di San Savino: «Un’iniziativa che rientra nella riqualificazione del quartiere» ha detto Massimo Bacci, cui ha fatto eco l’assessore Luca Butini sottolineando il messaggio insito nell’opera cioè di «porgere la mano a chi non conosciamo».
Il simbolo progettato da Graziano Giacani della Premiata Fonderia Creativa è finanziato interamente da privati che hanno creduto nel progetto, in primis l’Associazione Culturale Victoria, presieduta da Giuseppe Romagnoli, e il main sponsor International House – The Victoria Company, d’intesa con il Comune di Jesi, il monumento è stato realizzato dal professor Massimo Ippoliti del Liceo artistico Mannucci: «La mano gira con un alito di vento – ha spiegato lo scultore – Ci sono dei cuscinetti che tengono bene il peso della mano e le permettono di girare il sicurezza».
Colori e tratti tribali animano il simbolo: ogni dito rappresenta un continente e la mano, simbolo della piazza, diventa un mix di forme e colori. Le trame colorate, realizzate dall’rtista David Panico, saranno rinnovate di anno in anno grazie al coinvolgimento degli studenti degli Istituti Comprensivi di Jesi che saranno chiamati ad esprimere la loro visione del mondo. Presente all’inaugurazione la centenaria Maria Pia Boria, residente più anziana del quartiere, il cui calco della mano realizzato lo scorso anno in occasione del San Savino Linking Festival, è diventato parte integrante del monumento.