JESI – Una valigia rossa abbandonata sulla banchina al binario 3 della stazione ferroviaria di viale Trieste. Qualcuno la nota, si spaventa. Pensa a un allarme bomba. C’è tanta gente, un via-vai di viaggiatori, pendolari, lavoratori, turisti e anche di studenti delle scuole secondarie inferiori in gita scolastica. La tensione sale. Iniziano le chiamate insistenti al numero unico di emergenza 112.
Sono le 7 di ieri mattina e su quel binario 3, alle 8.10 sarebbe arrivato il treno da Ancona per Roma. Immediato l’intervento dei carabinieri del Norm. Si precipita anche il comandante della Compagnia, il .aggiore Simone Vergari. Vuol controllare di persona cosa stia accadendo, se si tratti di un falso allarme o se vi sia reale rischio per la pubblica incolumità. Occorre valutare se sia necessaria una evacuazione e attivare gli artificieri per le procedure di allerta. I militari ispezionano la zona, sembra tutto in regola. Poi si avvicinano alla valigia rossa. E notando così tanti carabinieri attorno al suo bagaglio, si fa avanti un ragazzo di colore, era il proprietario. Se ne stava tranquillamente seduto qualche metro più distante, su una panchina. Aspettava il suo treno per Roma.
Il ragazzo è stato condotto alla caserma di corso Matteotti per essere identificato, questo prevede la prassi. Il suo bagaglio era in regola, nessun allarme bomba per fortuna. La situazione si è dunque presto delineata con chiarezza: il ragazzo, per nulla preoccupato di essere derubato, ha lasciato la valigia sulla banchina in quanto era troppo pesante e ingombrante. Oltretutto, aveva una rotella rotta e si trascinava male. Si era assentato qualche minuto per andare a prendere un caffè e poi, al ritorno, si era seduto sulla panchina. Non ha pensato proprio all’allerta attentati e al regolamento in vigore nelle stazioni ferroviarie, porti e aeroporti che vieta di lasciare in giro bagagli abbandonati. Per lui la valigia non era abbandonata, perché era a vista. Evidentemente, chi si è spaventato e ha chiamato il 112 non deve aver notato che prima accanto al pesante bagaglio c’era quello stesso ragazzo seduto sulla panchina. Quindi nei confronti del giovane non è stato preso alcun provvedimento, né è scattata la denuncia per procurato allarme. La situazione si è risolta rapidamente e bene. Sebbene si sia trattato di un falso allarme, è servito comunque a evidenziare la prontezza e il coordinamento dei militari jesini nella gestione di quella che sulle prime, sembrava una grave emergenza che poteva mettere a repentaglio l’incolumità pubblica.