MORRO D’ALBA – «Le condizioni climatiche sono state positive, al netto della grandine, ovviamente. L’uva è equilibrata e se il meteo d’ora in poi sarà clemente, l’annata sarà buona». Stefano Mancinelli, titolare dell’omonima azienda di Morro D’Alba, è pronto a iniziare la vendemmia 2020. Le piogge del weekend, che hanno causato pesanti danni nell’anconetano, lo hanno bloccato, ma in settimana parte finalmente l’attesa raccolta.
«Avrei cominciato già oggi a vendemmiare, ma il terreno è troppo bagnato e piove – spiega Mancinelli -. C’è chi ha beccato la grandine, purtroppo, e ora conta i danni. Ad ogni modo, l’annata si prospetta medio-buona e come al solito avrà caratteristiche uniche che la differenzieranno da quelle passate. A me piace lavorare così, valorizzando al massimo gli aspetti stagionali. L’uva appare equilibrata, il clima – almeno fino a oggi – è stato soddisfacente per il vino. Siamo fiduciosi, insomma. Sperando che non vi siano altre grandinate devastanti».
Situata a circa 10 chilometri dal mare, l’azienda Stefano Mancinelli si estende su circa 60 ettari, 25 dei quali ricoperti da vigneti specializzati nella produzione di vini Doc, vale a dire la Lacrima di Morro d’Alba e il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico. Vi sono inoltre 2500 olivi delle più diffuse varietà locali – frantoio, raggiolo, leccino, raggia – dai quali, attraverso la trasformazione nel frantoio aziendale, che avviene sempre e rigorosamente lo stesso giorno della raccolta, si ottiene l’olio extravergine di oliva. Operativo anche un impianto di distillazione, il primo della regione, dal quale si ottengono grappe di Lacrima e di Verdicchio.
«Tutto ciò che produco, viene coltivato e trasformato all’interno della mia azienda. Dal campo alla cantina, al frantoio e alla distilleria – rimarca Mancinelli -. Quando finisce la materia prima, terminano i prodotti. Questa è una filosofia sulla quale baso tutta la mia attività. La qualità di una produzione, a mio parere, dipende dalla materia prima che viene lavorata. E il bravo trasformatore, quando vi sono tali condizioni, è quello che non danneggia ciò che ha raccolto». L’auspicio, anche alla luce della vendemmia, è che il mese di settembre sia soleggiato.
L’estate, insomma, non è ancora finita. «Generalmente – approfitta Mancinelli per suggerire qualche abbinamento -, con il caldo si preferiscono i bianchi, e con il freddo i rossi. Devo dire, tuttavia, che la mia Lacrima può essere servita fresca, da frigo, e ciò consente di apprezzarne le sue peculiarità anche con temperature più elevate. Ad ogni modo, il gusto è soggettivo. È buono ciò che piace, al di là di premi e medaglie».