Tossire in un luogo pubblico era considerato normale fino al 2020. Lo era nel 2003, quando una serie di colpi di tosse collega Guangzhou, in Cina, a Hong Kong e poi ad Hanoi, in Vietnam, dove Johnny Chen, un uomo d’affari americano, viene ricoverato tra la notte del 25 e 26 febbraio, con una diagnosi di polmonite. Il paziente non reagisce alle cure e l’ospedale decide di contattare Carlo Urbani. Urbani capì di non trovarsi di fronte a una comune polmonite ma a una nuova malattia. Lanciò dunque l’allarme al governo e all’Organizzazione mondiale della sanità, e convinse le autorità locali ad adottare misure di quarantena. Nel marzo 2003 Urbani contrasse il morbo e morì dopo diciannove giorni di isolamento.
È una storia che conosciamo bene, quella del medico ed infettivologo marchigiano, nato a Castelplanio il 19 ottobre 1956 e morto a Bangkok il 29 marzo 2003. Lo chiamano spesso il “medico eroe”, una definizione che la sua famiglia non ama molto perché – lo ha ricordato più volte la moglie Giuliana Chiorrini – «la sua è stata una scelta di vita. Era solo un medico che aveva un grande sogno: quello di aiutare gli altri, soprattutto le persone più deboli e indifese».
Dopo aver ispirato libri, docufilm, progetti e studi, a vent’anni dalla morte, la storia di Carlo Urbani diventa ora anche un libro a fumetti. Carlo Urbani. Il medico della Sars di Francesco Niccolini e Sara Vincenzi esce in questi giorni per le edizioni Becco Giallo. Si tratta della prima biografia a fumetti del medico di Castelplanio che scoprì la Sars e riuscì a evitare una pandemia globale. Il pensiero, la vita e il sacrificio di Urbani rivivono nel libro realizzato in collaborazione con l’Aicu, l’associazione italiana Carlo Urbani.
“Chi è Carlo Urbani? – si legge nella prefazione del libro -. Si tratta del coordinatore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’Estremo Oriente, ma è anche un infettivologo che ha girato il mondo, un padre e un marito, ex presidente della sezione italiana di Medici senza frontiere e soprattutto è un medico che non ce la fa a stare dietro una scrivania se qualcuno sta male. Grazie alla prontezza di Carlo, che capisce subito di trovarsi di fronte a una forma atipica di polmonite estremamente contagiosa, le autorità riescono a evitare una pandemia di SARS. Grazie alla prontezza di Urbani, lui e altri quattro operatori sanitari furono gli unici decessi per SARS osservati in tutto il Vietnam, primo paese del sud est-asiatico a dichiarare che la SARS era stata debellata. Secondo l’OMS il metodo anti-pandemia da lui realizzato nel 2003 rappresenta, ancora oggi, un protocollo internazionale per combattere questo tipo di malattie. Lo stesso protocollo è stato fondamentale durante la pandemia da Covid-19“.