FABRIANO – Il giorno dopo la firma dell’accordo quadro Beko, non mancano ulteriori prese di posizione che leggono quanto avvenuto in modo diverso. I punti essenziali per le Marche di questo accordo sono: 193 lavoratori nelle sedi impiegatizie e 64 nello stabilimento di Melano, individuati come numero massimo di esuberi; a Comunanza lo stabilimento rimane in produzione, seppur con un massimo di 80 esuberi.
L’accordo prevede, comunque, che non ci sarà alcun licenziamento unilaterale, ma le uscite degli esuberi individuati avverranno solo dietro incentivi, fino a un massimo di 90mila euro a seconda dell’età anagrafica dei lavoratori che ne vorranno usufruire. L’accordo sarà anche accompagnato dall’utilizzo del contratto di solidarietà dal momento della sottoscrizione al 31 dicembre 2027. Con specifico riguardo alle funzioni impiegatizie c’è l’impegno ad aprire un percorso di ricollocazione per il personale oggi in esubero in tutte le postazioni che si renderanno disponibili in futuro. A Melano sarà localizzato l’Hub europeo per la produzione di piani cottura a gas, radianti e a induzione. L’investimento complessivo previsto per il sito sarà di circa 62 milioni di euro, destinati allo sviluppo di prodotto, processo e per ricerca e sviluppo. Anche per il sito di Melano, sono previsti investimenti per miglioramenti dell’efficienza energetica e l’installazione di pannelli solari, per un totale di 1,5 milioni di euro.
Il sito di Comunanza continuerà la produzione di lavatrici e lavasciuga ad alta capacità, puntando su prodotti di fascia alta. Sarà assegnata al sito la produzione di una nuova lavasciuga. L’investimento complessivo previsto per il sito sarà circa 15 milioni di euro destinati allo sviluppo di prodotto, processo e R&D. Nel sito di Comunanza saranno inoltre effettuati investimenti per l’efficienza energetica e l’installazione di pannelli solari per un totale di 3 milioni di euro.

Le istituzioni
«Abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile nelle attuali condizioni grazie soprattutto all’utilizzo della Golden Power che ha impedito che avvenisse in Italia quello che è accaduto in altri Paesi europei, con stabilimenti chiusi e licenziamenti collettivi senza tutele. Il mio pensiero va prima di tutto ai lavoratori che sono coinvolti negli esuberi, avremmo auspicato un risultato diverso soprattutto rispetto alla volontà di garantire una maggiore tutela agli impiegati di Fabriano. Oggi si apre una fase nuova che auspichiamo lasci alle spalle le incertezze del passato. Confidiamo negli investimenti e nei nuovi prodotti che sono previsti in questo accordo. L’obiettivo della Regione è chiaro: tutelare i siti produttivi e i lavoratori. Ringrazio per questo anche il grande impegno dell’assessore Stefano Aguzzi che ha seguito la vertenza fin dall’inizio. C’è la massima disponibilità a mettere in campo risorse e gli strumenti che potranno essere necessari, consapevoli che questi impianti rappresentano un asset strategico per l’Italia e per il nostro territorio». Queste le parole del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
Concorde il Sottosegretario all’Economia e Finanze, Lucia Albano. «Tutti gli stabilimenti Beko in Italia sono stati salvaguardati, compresi quelli marchigiani. «Esprimo – aggiunge – grande soddisfazione per la salvaguardia dello stabilimento di Fabriano e, in particolare, di Comunanza. In quest’ultima località, il mantenimento del sito produttivo riveste un’importanza cruciale per assicurare lo sviluppo e la ripresa economica del cratere sismico. Un risultato significativo quello di oggi che è stato reso possibile anche grazie alla ferma determinazione del Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che si è attivamente impegnato per questo obiettivo insieme agli altri rappresentanti istituzionali del territorio», conclude.

Fabriano
Dal sindaco di Fabriano Daniela Ghergo e dal presidente della Provincia di Ancona, Daniele Carnevali, molte più recriminazioni. «La vertenza Beko rappresenta una pagina deludente della politica industriale italiana. L’accordo va rispettato, ma non posso condividere l’entusiasmo con cui è stato presentato l’esito finale della trattativa. Per Fabriano è una ferita profonda: 270 tra operai, impiegati e ricercatori, che vedono svanire ogni prospettiva di continuità. Avevamo chiesto un piano industriale vero, non una strategia di dismissione che rappresenta il preludio alla fine della produzione dell’elettrodomestico in Italia. Torno in città sapendo che 270 famiglie dovranno riscrivere il loro futuro con il rischio che emigrino altrove. Fabriano, nonostante il lavoro meritorio di sindacati e istituzioni, è stata lasciata sola. Mi aspetto che il Governo metta in campo misure straordinarie per arginare le conseguenze economiche e sociali su un territorio già duramente provato e che la Regione riconosca pienamente il valore e la fragilità del nostro distretto industriale attuando un piano straordinario per il suo rilancio con misure di defiscalizzazione e incentivi agli investimenti», le parole della Ghergo. «Probabilmente è stato ottenuto il miglior risultato possibile rispetto al piano industriale iniziale e le condizioni date. Di questo ringrazio per il difficile lavoro svolto gli attori istituzionali e sindacali che hanno partecipato alla trattativa. Tuttavia, non posso non evidenziare come il territorio del Fabrianese sia l’unico a non aver beneficiato di una riduzione significativa degli esuberi rispetto al piano industriale originario, a differenza di quanto accaduto negli altri siti. Ne prendiamo atto, e ci auguriamo che, su un territorio così duramente provato, gli effetti sociali possano essere i meno impattanti possibile», conclude Carnevali.