FABRIANO – Esuberi circa di 350 unità per Fabriano, nonostante l’aggiornamento del Piano da parte della Beko Europe, presentato oggi (10 febbraio) a Roma, nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, alle organizzazioni sindacali. Per il sito di Comunanza, nell’ascolano, invece, buone notizie: congelata la chiusura. Infatti, la newco turco/americana «sta valutando un piano alternativo alla chiusura, con un livello produttivo economicamente sostenibile che verificheremo nel merito e nella concretezza al prossimo appuntamento», confermano in una nota unitaria Fim, Fiom, Uilm, Uglm. A conti fatti, dunque, sospesi i circa 320 esuberi complessivi, ma non si escludono comunque che una parte possano restare. Confermati i 68 esuberi nello stabilimento di Melano a Fabriano. Esuberi quasi tutti confermati rispetto al Piano originario anche nell’area impiegatizia e staff. Secondo i sindacati di categoria per le attività di staff, nel comparto R&D su 198 esuberi complessivi, circa 100 sono a Fabriano; su 98 esuberi nella parte commerciale, 40 riguardano il fabrianese; su 363 esuberi nelle funzioni regionali, circa la metà è a Fabriano. La Direzione di Beko ha dato comunque la disponibilità ad affrontare gli esuberi anche attraverso percorsi di accompagnamento alla pensione. Confermata anche l’intenzione di investire 300 milioni di euro in un triennio, a condizione che venga varato il piano di risanamento, con gran parte dell’investimento sulla divisione cottura, «ma che manca tuttavia di tutti gli elementi di dettaglio», proseguono i sindacati.
La dichiarazione
«Il nuovo Piano si presenta insufficiente e suscita dubbi sulle prospettive industriali e sulla sostenibilità sociale», si legge nella nota unitaria delle parti sociali nella quale si conferma «delusione per una posizione aziendale che appare ancora insufficiente per provare ad arrivare ad un’intesa. Chiediamo anche al Governo di dar seguito con fatti alle parole espresse nell’incontro precedente, a cominciare dall’acquisizione del sito di Siena, e far pesare davvero sulla multinazionale il peso politico più volte richiamato». Al prossimo incontro del 24 febbraio «ci aspettiamo un chiarimento sugli investimenti che dimostri una effettiva volontà di rilanciare anche la refrigerazione e il lavaggio, una svolta sullo stabilimento di Siena e una modifica profonda nelle decisioni inerenti le funzioni impiegatizie», si conclude la nota a firma Fim, Fiom, Uilm, Uglm.