Jesi-Fabriano

Jesi, vertenza Caterpillar: il giorno del Mise

Torna a riunirsi il tavolo aperto sulla vertenza al Ministero. Lavoratori in attesa ai cancelli per avere notizie delle manifestazioni di interesse per lo stabilimento a una settimana dal rischio licenziamenti

Immagine di repertorio

JESI – Appuntamento alle 11 al Ministero dello sviluppo economico: torna a riunirsi il tavolo aperto sulla vertenza Caterpillar, 189 posti di lavoro a tempo indeterminato (270 complessivamente coinvolti dall’inizio con gli interinali) a rischio di qui alla data del 23 febbraio, con la scadenza della procedura di mobilità e il via ai licenziamenti.

Dalla multinazionale americana si attendono notizie quanto alle manifestazioni di interesse ad acquisire lo stabilimento di Jesi pervenute alla data di ieri, 14 febbraio, e all’intenzione di concedere o no più tempo alle trattative e all’operazione di tentare di salvaguardare l’occupazione.

Caterpillar non sarà fisicamente a Roma: l’amministratore delegato del sito di Jesi Jean Mathieu Chatain si collegherà a distanza. Lo stesso faranno i sindacati Fiom Cgil e Uilm Uil dallo stabilimento di via Roncaglia. Fim Cisl avrà suoi delegati a Roma e a Jesi. Da Ancona prenderanno parte la Regione e il sindaco Massimo Bacci.

Ai cancelli, come già il 21 gennaio, lavoratori e lavoratrici saranno in attesa di conoscere ciò che emergerà. Una vertenza, quella della fabbrica jesina, che continua a richiamare l’attenzione nazionale per il suo essere emblematica.

«Caterpillar Inc. ha annunciato il piano di cessare le attività produttive nel suo stabilimento di Jesi entro la fine del primo trimestre 2022». La multinazionale americana comunicò così la notizia il 10 dicembre scorso. «La produzione di questo stabilimento sarà trasferita ad altri Caterpillar nel mondo e da fornitori esterni». Al sito di via Roncaglia rilevato nel 1996, Jean Mathieu Chatain, amministratore delegato arrivato da poche settimane a dirigere la fabbrica jesina, si era presentato su un furgone coi vetri oscurati e accompagnato da una security privata, come già aveva fatto nella sede di Confindustria, dando l’annuncio ai rappresentanti sindacali.
Al megafono, ai cancelli dello stabilimento dove i lavoratori erano immediatamente usciti in sciopero e sono in presidio ormai da un mese, Chatain aveva spiegato: «Non è una valutazione sulla performance delle persone. Ma Caterpillar deve far fronte ad un problema di sovracapacità. E i cilindri prodotti a Jesi può trovarli in modo molto più competitivo sul mercato da produttori terzi». Per poi darsi alla fuga, davanti alla rabbia montante.