Jesi-Fabriano

Vertenza Fedrigoni: prima il bilaterale Urso-Acquaroli, poi il tavolo tecnico. Ma è ancora tutto fermo

Dopo circa due ore di riunione, l’unica novità degna di nota è rappresentata dalla disponibilità all’apertura di un Tavolo tecnico con il Ministero per trovare una soluzione alla vertenza che si è aperta ufficialmente un mese fa

Vertenza Fedrigoni, il bilaterale Urso-Acquaroli
Vertenza Fedrigoni, il bilaterale Urso-Acquaroli

FABRIANO – Nulla di fatto nell’ambito della vertenza Fedrigoni nonostante la moral suasion esercitata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Dopo circa due ore di riunione, l’unica novità degna di nota è rappresentata dalla disponibilità all’apertura di un Tavolo tecnico con il Ministero per trovare una soluzione alla vertenza che si è aperta ufficialmente un mese fa, il 4 ottobre scorso, quando da Fedrigoni è stato comunicato ai sindacati di categoria l’intenzione di voler chiudere la società Giano srl, che produce carte per ufficio, il 31 dicembre prossimo, con il conseguente licenziamento collettivo per 195 dipendenti, senza considerare tutto l’indotto. Le posizioni sono rimaste, dunque, cristallizzate rispetto al faccia a faccia del 24 ottobre scorso, quando l’azienda ha avanzato una proposta attraverso la quale con prepensionamenti, ricollocazioni e creazioni di nuovi posti di lavoro, avrebbe garantito oltre 100 posti di lavoro. Le parti sociali, però, si erano mostrate “scettiche”, giudicando la proposta “insufficiente”.

Lo stesso dicasi per la Regione Marche, tramite l’assessore regionale Stefano Aguzzi, e il comune di Fabriano come ribadito dal sindaco Daniela Ghergo. Rispetto a tutto ciò, non sembrerebbe che si siano registrati passi in avanti. Il confronto, presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha visto la partecipazione dell’azienda, del governatore della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il sindaco Daniela Ghergo, gli enti locali interessati, dei rappresentanti delle segreterie nazionali e territoriali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Chimici e il vescovo della diocesi Fabriano-Matelica, mons. Francesco Massara.

Il bilaterale Urso-Acquaroli

Il bilaterale

Prima dell’avvio del tavolo al Mimit, il ministro Urso ha avuto un incontro bilaterale con il presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, a palazzo Piacentini. Molti gli argomenti trattati: le possibili soluzioni per il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali del sito di Fabriano di Giano srl, ma anche Beko Europe, su cui è stato convocato il tavolo di aggiornamento al Mimit, con sindacati, azienda ed enti locali il 7 novembre alle 17:30.  In merito alla cooperativa marchigiana Moncaro, per la quale è in corso un complesso iter giudiziario, il Ministro e il Governatore hanno ribadito l’impegno per la difesa della produttività e lo sforzo per una posizione unitaria che salvaguardi occupazione e valore per il territorio.  Nel corso dell’incontro, spazio anche alle misure relative all’applicazione del Credito d’Imposta R&S nel periodo 2015-2019, di particolare rilievo per il settore moda marchigiano. A riguardo, Urso e Acquaroli hanno evidenziato la necessità di un comune lavoro per dare concretezza a quanto previsto in legge di bilancio.

Tavolo sulla vertenza Fedrigoni

Il tavolo

Dopo questo bilaterale, si è aperto il tavolo per la vertenza Fedrigoni che è durato per quasi due ore, ma che non ha sbloccato la vertenza. Urso e Acquaroli hanno chiesto all’azienda la disponibilità di prendere tempo rispetto alla decisione comunicata di interrompere la produzione del sito, al fine di approfondire soluzioni alternative alla chiusura e al conseguente licenziamento della forza lavoro entro 31 dicembre. Il Gruppo, dal canto suo, si è reso disponibile ad approfondire con le strutture tecniche ministeriali tutte le possibili modalità operative della richiesta già dalle prossime ore. Anche se le premesse non sembrano rosee. «Ringrazio il Ministro Urso e tutte le parti sociali intervenute. Confermiamo la nostra disponibilità ad aprire un tavolo tecnico con il Ministero per valutare possibili scenari volti a mitigare l’impatto sociale sulle persone coinvolte dalla decisione di chiudere Giano, fermo restando che Fedrigoni cesserà ogni attività commerciale e produttiva legata al business delle carte da ufficio con la fine del 2024», le parole dell’Amministratore Delegato di Fedrigoni, Marco Nespolo, che ha poi confermato il piano di mitigazione dell’impatto occupazionale presentato ai sindacati lo scorso 24 ottobre. «Ci tengo a sottolineare che la tutela delle nostre persone è per noi una priorità assoluta. Stiamo mettendo in campo ogni sforzo possibile per salvaguardare i posti di lavoro. Inoltre, siamo una multinazionale globale di riferimento nella produzione di carte speciali e materiali autoadesivi, ma abbiamo cuore e radici italiani: il 95% della produzione di carte speciali avviene nei nostri stabilimenti in Italia. Infine, lo sviluppo dello storico marchio Fabriano, eccellenza del Made in Italy nel mondo, è uno degli asset rilevanti della nostra strategia di lungo termine, con riferimento ai segmenti più a valore aggiunto come le carte per l’arte e il disegno, i prodotti per la scuola e la cartoleria, e le carte di sicurezza. Lo dimostra il piano di investimenti di Fedrigoni per i prossimi 4 anni (2025-2028): su oltre 272 milioni di euro a livello globale, destineremo 117 milioni per rendere ancora più efficienti, sicuri e sostenibili i nostri siti produttivi in Italia e quasi la metà di questi fondi (56 milioni) andranno agli stabilimenti delle Marche dove realizziamo, tra l’altro, i prodotti a brand Fabriano. In questo quadro, purtroppo, non rientra la carta da fotocopie, un business in declino inarrestabile che dal 2018 a oggi ha visto ridurre del 42% la produzione a livello globale da parte dei principali player del mercato», ha concluso Nespolo. Ora il confronto, si risposta in ambito territoriale tra Fedrigoni, sindacati e Istituzioni. Non si escludono ulteriori prese di posizioni dei sindacati, compresi altri scioperi.