JESI – Smog, aria irrespirabile, rumori e incolonnamenti di mezzi pesanti anche per km. È la fotografia dell’Asse Sud di Jesi – da via don Minzoni a via Del Prato e Gallodoro –, tartassata dal riversarsi di auto e tir dal 19 giugno scorso, quando un autoarticolato con un escavatore sopra ha lesionato il ponte della superstrada 76, costringendo a una chiusura della ss76. Da allora per i residenti del popoloso quartiere cittadino è iniziato l’inferno e anche le più banali attività quotidiane hanno dovuto subìre le ripercussioni di questa (drammatica) situazione viaria.
«C’è stato un incremento dell’inquinamento acustico e atmosferico – sottolinea Marta Duca, dipendente dell’ospedale di Jesi e residente nella zona –. Già via Gallodoro e via Del Prato erano trafficatissime, essendo l’asse dei centri commerciali, ma adesso è invivibile. Non esagero: quando passano i mezzi pesanti su via Gallodoro, a causa dell’asfalto già dissestato, si sentono dei boati così forti che ci svegliano la notte di soprassalto, perché qui il traffico c’è intenso a tutte le ore. Di giorno siamo costretti a tenere finestre e tapparelle ben chiuse, anche se soffochiamo dal caldo, altrimenti casa si riempie di rumori, smog e aria irrespirabile per i gas di scarico di auto e camion. Quando mangiamo, essendo le ore dei pasti proprio i momenti peggiori per intensità di traffico, trema il tavolo. Sentiamo i bicchieri nella credenza tintinnare come se ci fosse il terremoto – racconta ancora – sempre per via del passaggio dei camion su via Gallodoro. E sebbene siano queste giornate afose, guai a mangiare sul balcone, non si respirerebbe per lo smog. Anche stendere i panni fuori sul balcone è improponibile, mi diventano neri per lo smog».
C’è insomma una situazione di grave sofferenza e disagio. «Capisco che non sia colpa del sindaco, che ha anche fatto appello al Prefetto, ma quello che chiedo, da residente, è che si acceleri quanto prima una soluzione viaria idonea. Di questo passo anche l’asfalto di via Gallodoro non reggerà e si creeranno avvallamenti pericolosi per ciclisti e pedoni».
La signora Duca chiede il ripristino di una viabilità alternativa a beneficio della parte sud della città che sta soffrendo. Ma non solo. C’è una situazione di pericolosità preesistente in quella zona, ora accentuata con tutto questo traffico: si tratta degli attraversamenti pedonali fantasma. «Riuscire ad attraversare è pressoché impossibile – ammette –, gli attraversamenti pedonali sono sbiaditi, assenti, non segnalati. Infatti sono stati frequenti gli investimenti di pedoni che si trovavano anche in mezzo alla carreggiata e sulle strisce. Non si vedono. Ho scritto in Comune più volte di intervenire, scrivendo sia al sindaco Bacci che all’ingegnere dei lavori pubblici, segnalando la pericolosità della strada soprattutto per i pedoni, ma niente. Le mie mail sono rimaste lettera morta, risposte di maniera ma nessun intervento concreto. E adesso che il traffico è incrementato, è un rischio continuo».
Sulla questione del danneggiamento del ponte della superstrada interviene anche Mauro Coltorti (M5s), presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato che in una nota spiega come l’Anas accelererà i tempi per ovviare alla situazione insostenibile della Ss76. «Il danno generato dall’urto di un mezzo meccanico posizionato su un rimorchio al ponte della statale ha portato al blocco del traffico in direzione est – scrive Coltorti -; tutti i mezzi devono uscire a Jesi ovest e fare oltre 12 km passando nel centro città generando code chilometriche. Fortunatamente in direzione ovest gli automezzi devono uscire allo svincolo e possono rientrare quasi subito, ma i disagi non sono da meno. L’amministratore delegato di Anas Massimo Simonini ci ha assicurato che si sta facendo il possibile per risolvere la criticità operando turni di lavoro continui. I lavori sono stati ieri rallentati dalla necessità di bypassare la rete di fibre ottiche che corre nei pressi del settore oggetto di intervento il cui eventuale danneggiamento avrebbe bloccato la connessione di un’ampia area».
La soluzione in corso di realizzazione per ovviare ai disagi del traffico in città è la costruzione di una rampa con sostegni di calcestruzzo armato che possa sostenere il traffico di mezzi pesanti a Jesi est. «A breve – prosegue il senatore pentastellato – dovrebbe anche giungere una segnaletica adeguata dato che quella attuale è di emergenza e non risponde alla necessità degli utenti di avere informazioni chiare e funzionali. L’Anas ha garantito di lavorare nelle prossime due settimane per risolvere l’emergenza prima possibile. Seguiremo da vicino l’evolversi della situazione che ha messo in crisi la viabilità della principale linea di comunicazione verso il capoluogo. Sappiamo che la viabilità jesina è ulteriormente complicata dall’impossibilità per i mezzi pesanti di accedere al Ponte San Carlo che assicura la connessione con Macerata. La strada è di pertinenza comunale e per risistemare il ponte sarebbero necessari circa 6,2 milioni, di cui il Comune ne può mettere a disposizione circa la metà. Sono evidentemente cifre ingenti che un Comune, dopo anni di blocco dei finanziamenti pubblici, stenta a trovare. Sarebbe dunque urgente che per risolvere questa criticità intervenisse la Regione – conclude – altrimenti la città di Jesi si troverà stretta nella morsa del traffico in tutte le direzioni, e del conseguente inquinamento».