JESI – Proseguono i lavori di realizzazione delle piste ciclabili. Diversi quartieri si stanno tingendo di verde per far spazio alle biciclette. Ma non tutti condividono materiali e collocazioni individuati in favore della mobilità lenta. Jesi in Comune, ad esempio, manifesta perplessità, tramutandole in un’interrogazione da mettere al voto in consiglio comunale il prossimo 24 giugno.
«Sono stati recentemente realizzati nuovi tratti di pista ciclabile rispettivamente nella zona di via Martin Luther King e lungo l’asse sud – evidenziano i consiglieri del movimento, Agnese Santarelli e Samuele Animali -. Nel presentare l’iniziativa è stata sottolineata soprattutto la colorazione della pista (verde anziché azzurro), senza soffermarsi su altri dettagli tecnici. Già in passato alcuni tratti di pista si sono dimostrati poco funzionali perché troppo stretti, per l’eccessiva promiscuità con i pedoni, per la presenza di tombini ed avvallamenti, per carente manutenzione, perché abitualmente utilizzati in maniera impropria da pedoni o passeggini o per parcheggiare gli automezzi».
Prosegue Jesi in Comune: «Sia nelle piste esistenti che in quelle nuove sono pochi i tratti realizzati “su sede propria”, mentre per la maggior parte si circola su “corsia riservata”, cioè non protetta o separata fisicamente dal traffico ordinario – segnalano ancora i due esponenti di minoranza -. La promozione dell’uso della bicicletta rappresenta un obiettivo largamente condivisibile per i molti vantaggi che comporta e comprendiamo che istituire una pista ciclabile su corsia riservata è più facile, veloce ed economico che realizzare una pista ciclabile in sede propria. Alcuni tratti, tuttavia, sono particolarmente stretti, sono caratterizzati dalla presenza di tombini, si interrompono bruscamente in corrispondenza di incroci pericolosi o rotatorie o sono affiancati da parcheggi. Le ciclabili su corsia riservata sono consigliate solo per situazioni di bassa intensità di traffico e di bassa velocità (30 km/h o meno), presentando altrimenti aspetti di pericolosità. Il rischio è maggiore quando le piste ciclabili su corsia riservata sono strette (1,5 m o meno o a doppio senso di marcia) o vi è la presenza di tombini, in quanto è alta la probabilità che una manovra del ciclista per evitare un ostacolo provochi una collisione, mentre una larghezza compresa tra 2 e 2,5 m aumenta la comodità e la sicurezza. Il pericolo può essere in parte scongiurato dalla presenza di un’area tampone di sicurezza, con segnaletica tra la pista ciclabile su corsia riservata e le corsie automobilistiche»
Agnese Santarelli e Samuele Animali chiedono pertanto di conoscere i motivi ed i criteri in base ai quali sono state adottate tali scelte tecniche e se si intenda apportare dei correttivi.