JESI – Un lungo abito verde con i colori e le forme delle campagne, la morbidezza e la piacevolezza di un bicchiere di vino. Questa l’immagine realizzata da Francesca Ballarini, illustratrice jesina, che si è aggiudicata il concorso indetto da Vinnatur per presentare l’evento clou di quest’anno. Vinnatur è un’associazione di vignaioli che lavorano nel pieno rispetto del territorio, della vite e dei cicli naturali, limitando attraverso la sperimentazione, l’utilizzo di agenti invasivi e tossici di natura chimica e tecnologica in genere, dapprima in vigna e successivamente in cantina. “Villa Favorita – Natural wine tasting” è l’evento clou che si terrà questo week end (14-16 aprile), alla presenza di realtà provenienti da tutta Europa, a Sarego in provincia di Vicenza.
Francesca Ballarini è una illustratrice e visual designer, laureata all’Isia di Urbino. Lavora come freelance, in uno studio a Jesi.
Come è nata l’immagine che hai realizzato per Vinnatur?
«”Come un abito” è la Terra umanizzata e festosa che si esprime nei suoi frutti, e siamo noi, che come un abito vestiamo di quella terra, ne siamo protetti e soprattutto responsabili: è uno scambio osmotico, continuo, siamo la vigna, l’uva, il vino. Energia pura e inseparabile. Questa è la mia seconda edizione per l’immagine di Vinnatur: nella prima, nel 2013, fui selezionata con “Vasi Comunicanti”. Mi trovo spesso a lavorare nell’ambito del vino, sia per interesse personale verso tutto ciò che riguarda la terra e i suoi frutti, che col disegno è una materia meravigliosa e senza fine su cui immaginare e attorno alla quale scoprire nuove forme cangianti. Ed anche per l’esperienza raccolta in questi anni, nel conoscere i viticoltori e il loro lavoro artigianale, approfondendo sempre di più la preziosità dei gesti agricoli, di chi sa esprimere il sapore della terra, consapevole dell’importanza delle diversità».
Di che cosa ti occupi?
«Dal 2012 curo l’immagine per il Macerata Opera Festival – Sferisterio, nella veste illustrata/pittografica. Ho disegnato le scenografia dell’Aida di Giuseppe Verdi, con la regia di Francesco Micheli, andata in scena all’Arena Sferisterio nell’estate 2014 e 2017, e al Teatro Comunale di Bologna nel novembre scorso. Mi occupo della comunicazione visiva “disegnata” in più settori, in particolare enologico-gastronomico e teatrale. Ho disegnato per il salone Enologica di Bologna, The Wine Revolution di Sestri Levante, curo l’immagine dell’associazione Vi.Te – vignaioli e territori, e ho realizzato le illustrazioni (per etichette e website) per diverse cantine, sia marchigiane come Fattoria Nannì e la nascente ColleOnorato, che fuori regione, come per Elisabetta Foradori (Trentino) e Ampeleia (Grosseto), le cui etichette – dal logo, all’immagine centrale, al lettering – sono tutte a disegnate a mano, come un progetto su carta che prende vita».
Come realizzi le tue opere?
«Il potere espressivo del disegno, in genere, io credo sia in questo, e per questa ragione nel mio lavoro scelgo una comunicazione visiva che racconti attraverso la traccia, pittografica, reale, di acqua e di carboncino, di graffiti e di macchie colorate, che esprima il più possibile il versante umano, a volte sfuggente, ma vibrante, che ogni realtà – dal vino al palcoscenico, dalla grano alla terra, dal canto alla musica – possiede, e con poesia, sincera e guizzante, può rivelare».