VERONA – Il Pallio di San Floriano, apprezzato Verdicchio dei Castelli di Jesi doc classico superiore della cantina Monte Schiavo, entra a far parte di 5Star Wines, l’unica guida realizzata da una fiera internazionale del vino, con il punteggio di 90/100. Una grandissima soddisfazione per Andrea Pieralisi, amministratore delegato del gruppo, che racconta l’esperienza del Vinitaly conclusosi oggi. «È sempre una grande emozione partecipare a questa manifestazione sul vino, l’appuntamento italiano per eccellenza – commenta Pieralisi -. Quest’anno abbiamo presentato due novità, molto apprezzate dal pubblico: il nuovo Tassanare (un Verdicchio dei Castelli di Jesi doc spumante brut) e il Ruviano bianco (Verdicchio dei Castelli di Jesi doc classico) e rosso. In termini di partecipazione, l’evento è stato fortemente positivo. Forse si sono visti pochi stranieri e dovrebbe essere fatta una migliore selezione degli addetti ai lavori. A parte questo, torniamo a Jesi assolutamente soddisfatti».
Il vino può anche diventare strumento di promozione di un territorio. Pieralisi è da tempo che lo sostiene. «Il Verdicchio, con riferimento alla nostra zona, è un po’ il portabandiera delle Marche, essendo il vitigno con più ettolitri prodotti – ricorda l’amministratore delegato di Monte Schiavo -. Sta a noi sfruttare questa eccellenza fino in fondo, facendo leva sul turismo enogastronomico, sulla promozione e “vendita” dell’intero territorio, avvalendosi anche della profondità della nostra cultura».
A Jesi aprirà a breve il Polo Enogastronomico regionale, fulcro e vetrina delle migliori produzioni marchigiane. «Una bella intuizione, un orgoglio per la nostra città, che ne beneficerà notevolmente. Penso che questo Polo – evidenzia ancora Pieralisi – sia un’idea molto azzeccata anche perché dietro al vino, e in particolare al Verdicchio, si muovono tantissimi piccoli produttori, coltivatori di nicchia, che non potrebbero altrimenti accedere a certi “palcoscenici”. I grandi, insomma, potranno trainare i piccoli. Penso ad esempio all’olio, ai semi, alla frutta, alla pasta. Grazie al vino, che può attingere a ben altri fondi e a una platea decisamente più numerosa, sarà l’intero territorio a promuoversi».