ANCONA – Vallesina ancora premiata all’IWSC: l’International Wine & Spirit Competition di Londra, infatti, che già aveva incoronato con la medaglia d’oro ad aprile scorso il JGin di Michele Campana e Laura Durastanti, stavolta assegna un prestigioso riconoscimento al Re di Visciola di Fabrizi Family, azienda di Nicola Fabrizi anch’essa basata a Jesi. Vino e visciole, nella migliore tradizione della Vallesina e dei Castelli di Jesi, premiato a Londra nella categoria «alternatative drinks – vini fruttati» è un successo d’azienda al pari del territorio e della sua storia enogastronomica, se si pensa che l’IWSC londinese riunisca produttori da oltre novanta Paesi con più di tremila etichette in competizione nelle diverse categorie.
Con un punteggio di 90/100, insignito della medaglia d’argento, il Re di Visciola è stato definito così dalla giuria di quest’anno: «fresco e succoso carattere di ciliegia supportato da una nota di marzapane e di fresco agrumato. Lussuoso e vibrante, al palato è dolce e con tannini audaci». Il Re di Visciola già nel 2022 aveva conquistato la medaglia di bronzo all’IWSC, il primo vino a base di visciola ad ottenere un riconoscimento in 53 anni di esistenza della competizione. Il salto di qualità quest’anno è stato determinato da una maggiore predominanza della nota di visciola rispetto alla produzione del 2022, fattore che probabilmente gli ha consentito di raggiungere l’importante traguardo dei 90/100 di valutazione e la medaglia d’argento. Il Re di Visciola ha riscosso un gradimento sempre crescente anche dal mercato: 3500 le bottiglie prodotte nel 2023, mentre negli anni precedenti la produzione era di circa duemila bottiglie all’anno: il successo del Re di Visciola nell’ultimo anno ha portato ad aumentare gli imbottigliamenti oltre le previsioni, nonostante la raccolta della visciola non fosse stata abbondante.
«Questo riconoscimento – dichiara Nicola Fabrizi – è stato un ottimo punto di partenza per i progetti successivi a base di visciole: su tutti, una prima assoluta a livello mondiale: la Regina di Visciola, prodotto con metodo ancestrale (o metodo classico, con rifermentazione in bottiglia, ndr) con uve a bacca bianca e bacca rossa tipiche del territorio marchigiano». Sì, perché la visciola piace non solo nelle Marche, ma molto anche all’estero: «Paesi Bassi, Regno Unito e Giappone in particolare – conferma Fabrizi –. Ecco perché abbiamo deciso di rivolgerci a una competizione di livello e risonanza internazionale. Nel caso di Re di Visciola, però, ci siamo attenuti a una delle ricette più classiche: una ricetta addirittura familiare, con un metodo di lavorazione lungo, più tipico della zona di Jesi, diverso dalla più veloce tecnica di produzione utilizzata nel Pesarese».