JESI – Viorel Ionut Bohotici ha 19 anni, studente genietto dell’IIS Galilei di Jesi, già iscritto a Ingegneria Elettronica al Politecnico di Torino. Tanti sogni, tanti progetti ma anche tantissimi risultati nonostante la giovane età. È appena tornato dagli Stati Uniti dove ha ricevuto un prestigioso premio, insieme al suo Istituto: il quarto posto nella categoria “Chimica” al concorso mondiale “Regeneron Isef Atlanta 2022”, che si è svolto ad Atlanta, in Georgia, dal 7 al 13 maggio. Viorel ha presentato il progetto “Measure time with an apple”, letteralmente “misurare il tempo con una mela”. È l’unico studente italiano ad essere stato premiato e con lui, anche l’IIS Galilei è l’unica scuola italiana vincitrice.
Tante menzioni per un progetto assolutamente innovativo…
«In effetti sono risultato vincitore del riconoscimento di eccellenza “Yale Science and Engineering Association”, del premio come migliore Stand ai “Giovani e le Scienze 2022” e della partecipazione al Regeneron International Science and Engineering Fair (ISEF) che è il concorso mondiale per le scienze più importante».
Un quarto posto che sembra un primo tuttavia.
«Be’ dai si può dire, sono l’unico studente italiano a essere stato premiato».
Felice?
«Felicissimo, poi all’ISEF di Atlanta sono stato scelto tra 1800 persone per partecipare come protagonista a una serie tv, “Science fair”, che uscirà su National Geographic».
Tanti bei traguardi… abbiamo dimenticato altro?
«…in realtà sì, mi hanno invitato anche in Romania a ricevere una menzione d’onore nella categoria “Eroe Covid” dall’associazione LSRS».
Tornando alla vittoria ad Atlanta: in che consiste il progetto? Come è nato?
«Tutto è partito osservando una mela sbucciata che lentamente ossidava a contatto con l’aria. Può sembrare sciocco, ma ha un fondamento scientifico. Così ho pensato di usare le sostanze presenti dentro alle mele e altri alimenti, quelle cioè che cambiano colore al contatto con l’ossigeno, sviluppando un progetto che sfrutta la cinetica della reazione. E ho anche realizzato l’impianto industriale per estrarre le sostanze reagenti con l’ossigeno. Queste sostanze si possono trovare nella frutta, nel pesce, nel caffè e negli scarti dell’umido. Lo stesso principio l’ho applicato sulle mascherine per capire quando perdono la capacità filtrante. Allora ho realizzato un “patch”, un “indicatore temporale” per capire quando la mascherina si deteriora e perde la capacità di utilizzo».
Il progetto è stato brevettato?
«Assolutamente sì, ed è grazie al team di professionisti dell’ufficio brevetti che ho potuto dare anche un valore economico alla mia idea. Io sono un creativo, ma sul business non ci capisco… Il “patch” costa 1 centesimo, inizia la sua reazione e associa al colore la carica batterica, indicando quando il prodotto si sta deteriorando».
Applicazioni nel quotidiano?
«Ce ne sono moltissime. E consente un grande risparmio, perché l’indicazione del “patch” è visivamente più d’impatto rispetto alla scadenza. È utilissimo sia per monitorare i prodotti aperti che teniamo in frigo, quelli in dispensa, i cosmetici e anche nel campo medicale».
Quando hai capito che il progetto era valido?
«All’inizio non ci credevo nemmeno io di essere stato premiato per questo progetto, poi quando alcuni docenti universitari statunitensi sono rimasti a bocca aperta durante la mia illustrazione ho pensato di aver fatto centro».
Ci sono altre idee in pentola?
«Ho tantissime altre idee e progetti, la mia testa è in continuo movimento. Allora per non perderle, le annoto sui post-it che poi metto al sicuro nel mio salvadanaio. Cerco di sviluppare progetti che potrebbero avere anche fine economico. Non è denaro, non ancora, ma con un po’ di impegno potrebbe diventarlo. Inoltre sto lavorando a un altro progetto nel settore medicale, che aiuterà a prevenire delle malattie. Sono in attesa di brevettarlo».
Sogno nel cassetto?
«Per ora mi sono iscritto a Ingegneria elettronica al Politecnico di Torino, ma sogno di diventare un imprenditore, magari anche di me stesso, chissà».