JESI – “F” è un’autorevole rivista al femminile del gruppo editoriale Cairo Editore, si occupa di vari temi inerenti il mondo della donna, dalla moda e fashion, alla bellezza, salute, viaggi e vacanze, attualità e gossip, consigli. Un settimanale di interesse, che dedica ampio spazio a una classifica tutta particolare: le 100 donne più influenti dell’anno. E in questa hit in rosa compare anche una jesina. Ha 18 anni, studia al Liceo Classico “Vittorio Emanuele II” di Jesi ed è prossima alla maturità. Sogna di diventare diplomatico delle Nazioni Unite, ed è fondatrice del gruppo Younicef delle Marche, il gruppo giovanile di Unicef Italia. Per questo suo impegno in favore dei diritti dei piccoli rifugiati, Maria Virginia Barchiesi è stata nominata dal Presidente Mattarella fra i giovanissimi costruttori di comunità (aprile 2020).
«Sono onorata di essere stata inserita tra le 100 donne dell’anno da F, insieme ad altre 99 meravigliose fonti di ispirazione», commenta entusiasta Virginia che si è guadagnata un posto d’onore nella categoria “volontariato-no profit”. Virginia fin da bambina sogna di rendere il mondo un posto migliore e si impegna per farlo. Nel 2018 ha partecipato all’organizzazione della Giornata mondiale del Rifugiato. Ha coinvolto 2000 studenti sul tema dei minori stranieri non accompagnati organizzando delle assemblee nelle scuole. “F” l’ha scelta per “il suo impegno in difesa dei diritti dei bambini migranti e dei giovani rifugiati e per la ricerca e la promozione di un linguaggio che cancelli i pregiudizi e aiuti l’inclusione”. Piace perché “è giovane, ma determinata. Per comunicare con tutti studia lingue, anche l’arabo” si legge nella motivazione della sua ascesa in classifica.
«F aveva già pubblicato un pezzo su di me, quando sono stata nominata Alfiere della Repubblica ad aprile, quindi erano già a conoscenza della mia storia – ci racconta entusiasta Virginia – rispetto alle altre storie di ragazze impegnate nel volontariato credo abbiano valutato più interessante il mio percorso come Alfiere oltre a quello che ho fatto prima e dopo, durante il 2020. Hanno pensato di inserirmi tra le 100 donne più influenti dell’anno, bello».
Come ne sei venuta a conoscenza?
«In realtà l’ho saputo qualche giorno dopo l’inizio di gennaio, tramite un’amica di mia madre che aveva preso in mano la rivista e scorrendo la classifica mi ha trovata, così ci ha chiamate e siamo corse a comprarla».
Leggere il proprio nome in una lista così importante, che effetto fa?
«Mi ha emozionato tantissimo, perché sono stata inserita in questa lista insieme a donne che per me sono una grandissima fonte di ispirazione, da Jacinda Ardern che è il primo ministro della Nuova Zelanda a Kamala Harris, vice presidente degli Stati Uniti d’America, ma tantissime altre donne che si impegnano nel loro ambito, che sia artistico, musicale, etoile, donne che si impegnano nella moda, modelle, cantanti, attrici che sono oggettivamente delle icone a livello internazionale. Per me poter essere associata a donne di questo calibro è un grandissimo onore».
Onore ma anche responsabilità?
«A questa età, con il mio background e il mio impegno nell’ambito del volontariato, dell’impegno civile è un grandissimo onore e una responsabilità ovviamente. Non me l’aspettavo, per nulla. Non ci pensavo nemmeno, era una cosa che reputavo troppo distante dai miei impegni quotidiani di studentessa e volontaria, per quanto ormai da qualche mese ho l’opportunità di avere una piattaforma che mi permette anche di avere una risonanza magari più grande rispetto a quello che potevo fare prima di essere Alfiere, comunque sicuramente non mi aspettavo di poter essere inserita, così giovane, tra le 100 donne dell’anno. È un grandissimo onore, una bellissima, piacevolissima e super emozionante sorpresa».
Una classifica in cui ha influito moltissimo l’impegno con l’Unicef…
«Alla base della mia nomina c’è sicuramente il mio impegno con Unicef che è l’impegno costitutivo rispetto a tutto quello che ho fatto dopo, è il mio impegno primario, ovviamente, oltre a essere una studentessa, perché è l’organizzazione con cui mi sono impegnata fin da giovane e con cui continuo a impegnarmi quotidianamente ad oggi ed è anche il grande impegno che porto avanti da anni. C’è poi la nomina di Alfiere della Repubblica, come esempio di cittadinanza attiva e di partecipazione civile. C’è lo studio delle lingue – in particolare dell’arabo – una caratteristica che mi diversificava un po’ dalle altre ragazze che possono avere un profilo magari simile al mio. Quindi anche l’ambito della mia passione per le lingue, per lo studio delle culture diverse dalla mia, ha giocato un ruolo specifico per questa nomina, ma l’impegno con l’Unicef resta alla base».
Una delle 100 donne dell’anno fonte di ispirazione: vorresti essere un esempio per gli altri?
«Mi sento in un momento della mia vita in cui ho bisogno di ispirarmi, in cui sento la necessità, essendo molto giovane e agli inizi del mio percorso di vita, mi sento di dovermi ispirare e di aver bisogno di ispirarmi a donne che fanno un percorso simile al mio, donne appassionate, che hanno dedizione, determinazione per quello che fanno, per la loro attività, che lottano per i loro ideali e sogni. Sono in una fase in cui mi ispiro da donne che sono per me dei punti fermi soprattutto nell’ambito della mia carriera, se posso essere io un punto fermo, di ispirazione, uno spunto per altri ragazzi della mia età, più grandi o più giovani di me, io sento con questa responsabilità di chiudere un cerchio. Come io prendo ispirazione da altre donne, se posso io a mia volta essere ispirazione per altre ragazze, sento di poter dare indietro in qualche misura quello che è stato dato a me».
Cosa vorresti trasmettere ad altre ragazze?
«Quello che per me è importante trasmettere, ogni volta che mi viene data la possibilità di farlo, è credere sempre nei propri sogni, essere determinati, essere appassionati. La cosa più importante per me, che va insegnata, inculcata nelle giovani generazioni è quella di trovare una passione e dedicarsi alla cosa che ci appassiona, imparare a essere motivati, imparare a lavorare, accettare anche le sconfitte, ma sapersi rialzare e andare avanti perché facciamo una cosa che ci appassiona. Questo è quello che mi piacerebbe trasmettere. Se posso ispirare qualcuno, vorrei farlo in questa direzione: essere motivato, appassionato, credere in ciò che fa il più possibile».
Che ruolo pensi che abbia oggi la donna in questa società?
«Come ragazza, come donna, penso che sicuramente noi donne abbiamo una voce che conta, non dobbiamo mai pensare che la nostra opinione non conti e così farci azzittire. È molto facile cadere in questa trappola, al contrario, invece abbiamo il diritto e il dovere di farci sentire. Dobbiamo intraprendere percorsi di carriera e di vita che possono sembrare tradizionalmente più vicini a percorsi maschili, ma che in realtà hanno bisogno di tante, tante giovani donne, di nuove energie femminili perché la nostra leadership, il nostro essere donne e leader è quello che può veramente cambiare le carte in tavola in un settore come quello del volontariato, dell’impegno civile, del no-profit, dell’attivismo. C’è bisogno di più donne che si impegnino non solo a livello locale ma che facciano sentire la loro voce anche a livello nazionale e internazionale perché c’è bisogno di noi».