Jesi-Fabriano

Jesi, la vocazione di don Federico

Il 28enne, figlio del quartiere di San Giuseppe, è stato ordinato sacerdote a inizio giugno. «Sogno di vedere un modo nuovo e autentico con cui la gente viva la fede»

JESI – «Spero di potermi rendere utile nelle nostre comunità parrocchiali, specialmente con i più giovani, accompagnando e sostenendo la ricerca della propria strada. Sogno di vedere un modo nuovo e autentico con cui la gente viva la fede, un modo nuovo di concepire la parrocchia, capace davvero di farsi casa fra le case. Ma, soprattutto, voglio essere felice». Ha già le idee chiare, don Federico Rango, il 28enne jesino che lo scorso 8 giugno è stato ordinato sacerdote. Figlio del quartiere di San Giuseppe, ha frequentato il liceo Classico, diplomandosi nel 2010, per poi intraprendere gli studi teologici da laico e, successivamente, da seminarista. Nel 2018 è stato ordinato diacono, quindi il sacerdozio.

«Sulla scelta non posso vantare diritti di proprietà – dice don Federico -, quello che ci ha scommesso di più è Dio. Io ci ho messo solo del mio per accogliere questa sua chiamata. Il quinto superiore è stato un anno ricco e denso di cambiamenti, dalla fidanzata agli interessi, un po’ come lo è per tutti, in cui tanti sogni devono pian piano concretizzarsi. Io, il mio sogno ce l’avevo, ma pian piano è andato opacizzandosi di fronte a tanti dubbi e incertezze. In più, la mattina del mio orale di maturità, data ultima per spedire la richiesta di ammissione nelle accademie teatrali, davanti alle poste centrali ho sentito quasi un blocco. Non sono riuscito a entrare, ho gettato la domanda di ammissione e sono andato a fare l’esame. Certo all’epoca pensavo di essere un cretino impaurito, oggi so che in svolte così nette si riconosce l’agire di Dio. Mentre salivo le scale mi sono detto: “Adesso cosa gli dico quando mi chiederanno cosa farò dopo la maturità?”. E così, in quattro e quattr’otto mi sono detto che di buono, quell’anno, avevo avuto solo l’attività con i ragazzi dell’Azione Cattolica, pertanto se lo facevo gratuitamente lo avrei fatto ancor più volentieri a pagamento: “farò l’insegnante di religione”. In realtà, nel progetto di Dio questo era solo uno stratagemma: mi ha trovato col cuore egocentrico e chiuso e così è passato dalla testa».

L’ordinazione a sacerdote di don Federico Rango

Don Federico ha pertanto iniziato a frequentare con profitto l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Ancona. «Durante il secondo anno, complici i diversi posti liberi fra gli insegnanti di religione, ho avuto modo di mettermi subito alla prova – dice -. In tutto questo però mi mancava la felicità, la gioia quella piena, che ti fa felice soltanto perché c’è. A dire il vero mi sentivo preso quasi in giro da Dio che mi dava tutti quei doni senza farmi sentire realizzato. Da lì la preghiera: “Fammi capire cosa vuoi dalla mia vita”. E in un’omelia, alla domanda: “Chi di voi dopo queste mie parole sente il desiderio di farsi prete?”, ho sentito nascere dentro di me la risposta: “Io”. Era la risposta a quella mia preghiera, e il settembre successivo, quello del 2012, sono entrato in seminario».

Al suo fianco, dopo un primo periodo di titubanza, anche la famiglia. «Inizialmente – ricorda – ha faticato ad accogliere questa mia scelta, chi non lo avrebbe fatto visto il passato così differente, ma ha saputo essere accogliente nei miei confronti e ha “camminato” con me negli anni di seminario e ora è felice e orgogliosa».

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