Jesi-Fabriano

Volontari, barriere, Casa della Salute: sociale in gioco

Stasera (17,30) a Palazzo dei Convegni nuovo dibattito a sei, con la richiesta di una Università del volontariato. Scintille sull'integrazione mentre Bacci anticipa: «Al lavoro per una Casa della Salute»

I candidati a sindaco al confronto col mondo scout di via San Francesco.

JESI – Una “Università del volontariato”, una «struttura di eccellenza che sia elemento di formazione continua per i volontari e possibilità di sviluppo per le nuove generazioni». Questa sera a Palazzo dei Convegni ne proporranno l’istituzione a Jesi le associazioni del coordinamento dell’Ambito IX che invitano i candidati a sindaco ad un ulteriore confronto a sei (ore 17,30). Secondo i proponenti: «Il progetto di Università del volontariato è un eccellenza che a Jesi può trovare, per collocazione geografica e dinamismo progettuale, una attuazione feconda a servizio dell’intera Regione Marche».

Intanto ieri sera è andato in archivio il dibattito pubblico fra candidati organizzato dal mondo dello scoutismo. Scintille fra gli aspiranti sindaci sul tema dell’integrazione. «Equilibrio fra cultura e non contrapposizione, quartieri ghetto, situazioni da “noi e loro”- dice Samuele Animali (Jesi in Comune, #Laboratorio Sinistra)- le differenze servono a fare in maniera nuova cose che non si riescono più a fare nella vecchia». Massimo Bacci, sindaco uscente (Jesinsieme, Insieme Civico, Patto per Jesi, Jesiamo) rivendica: «È stato fatto un grande lavoro su questo punto, penso all’attività nel quartiere San Giuseppe e non solo portata avanti con eccezionale impegno da Luca Butini. E penso alle Messe che si sono tenute nell’aula del Consiglio comunale alla presenza di rappresentanti delle confessioni cristiana, musulmana, ebraica. Instaurato un rapporto ottimo con tutti e uno scambio vero, su fatti concreti». Luca Bertini (Movimento Cinque Stelle) afferma: «A Jesi non vedo ghetti ma ragazzi di differenti provenienze che giocano e vanno a scuola insieme, senza notare differenze fra di loro. Problemi marcati a mio avviso non ci sono, c’è uno scambio culturale e la realtà è positiva per tutti». La vede in maniera opposta Silvia Gregori (Lega Nord), che dalla sala gremita di giovani e educatori del mondo scout sente arrivare anche qualche fischio. «Le persone debbono parlare la lingua del posto che ti ospita e rispettare chi ti ospita e ti sfama. No c’è a Jesi un vero progetto di integrazione, la cui assenza non può essere sostituita da progetti ad hoc». Stessa lunghezza d’onda per Massimiliano Lucaboni (Libera Azione): «L’integrazione deve essere voluta da chi deve farsi integrare, non possiamo dare una prospettiva futura a queste persone quando non ne abbiamo una per noi». Osvaldo Pirani (Pd, Jesi sostenibile) propone un «luogo di integrazione culturale non legata a qualche confessione religiosa ma laico, come è la nostra società. Una struttura dove gli immigrati possano esprimere la loro cultura non solo religiosa, dove ci sia spazio per una biblioteca, film, occasioni di incontro».

Intanto l’incontro di mercoledì scorso a Villa Borogognoni, organizzato dall’Ostello delle Idee, lascia lo strascico di quanto accaduto al candidato consigliere di Jesi in Comune, Leonardo Pigliapoco, rimasto fuori con la sua carrozzina dal dibattito, svoltosi all’inaccessibile piano superiore dell’immobile di via Crivelli. «Negli ultimi giorni si è tanto parlato di disabilità – è il commento di Leonardo Pigliapoco – quanto accaduto è un’ulteriore conferma della situazione comune a molti edifici pubblici dove va pensata l’eliminazione delle barriere architettoniche».

La platea della sala ex II circoscrizione.

Sul fronte sanità, dopo il convegno promosso dal Pd in cui Osvaldo Pirani ha riproposto al presidente della Regione Luca Ceriscioli il progetto di una Rsa da ricavare ristrutturando il vecchio Murri, si registra l’intervento di Massimo Bacci: «Prendo atto con piacere che il presidente regionale Ceriscioli abbia recepito l’importanza della ristrutturazione dell’ex Murri, progetto del quale si parla da almeno un decennio, imprescindibile per decongestionare l’ospedale Carlo Urbani, promettendo di portare presto la pratica in Giunta. Siamo certi che, come già dimostrato in altre occasioni, manterrà gli impegni. Nel contempo, considerando i tempi lunghissimi della ipotizzata riqualificazione dell’ex Murri da destinare ai pazienti cronici e gli annessi consistenti costi, ci siamo mossi per attivare nuovi posti di Rsa alla Casa di Riposo e, soprattutto, abbiamo avviato un confronto con alcuni medici di famiglia per creare in uno degli immobili comunali, grazie alla loro disponibilità, una Casa della Salute». Quest’ultima sarebbe un «presidio territoriale a supporto del Pronto Soccorso aperto 12 ore al giorno (8-20) e nel quale insediare anche la guardia medica, in grado di gestire gli utenti non gravi – potendo contare su alcuni dispositivi diagnostici – e consentire al reparto di accettazione e urgenza del Carlo Urbani di occuparsi esclusivamente delle urgenze. Un obiettivo raggiungibile, grazie agli stessi medici di famiglia, in poco tempo, sul quale stiamo già lavorando».