JESI – In vista del voto alle amministrative, è l’Anffas Jesi, l’associazione nazionale delle famiglie con disabilità presente con una sua sezione in città dal 1991, a rivolgersi a quelli che saranno i candidati a sindaco, con un documento con cui chiede una «inclusione vera e non di facciata».
«La parola “inclusione” – evidenzia l’associazione presieduta in città da Antonio Massacci – grazie all’apertura della campagna elettorale viene spesso citata a Jesi. Anffas, che da 30 anni prova a mantenere desta l’attenzione proprio sulla inclusione di persone particolarmente fragili, ne è lieta. È molto positivo e confortante che la comunità cittadina veda e sottolinei l’importanza di questa parola per la vita di tante persone con disabilità e altrettante che stanno loro vicine sia per parentela che per prossimità affettiva o professionale. Essere disabili però è una condizione che riguarda tutti, nessuno escluso, anche se in momenti e in modalità differenti. Occuparsene è un atto di civiltà a cui non possiamo e non dobbiamo rinunciare, specie in questo periodo in cui i valori positivi e inclusivi di una civiltà sono messi a forte rischio».
«Anffas Jesi crede che l’appuntamento elettorale sia un momento fondativo nella direzione della inclusione, quella vera e non di facciata. Includere infatti non è assistenza pietistica, organizzazione di eventi eccezionali e sporadici ma lavoro quotidiano e ordinario con cui dare o restituire la dignità di persona a chi non la possiede a causa dei più svariati motivi. Includere riguarda anche i servizi pubblici che offrono risposte istituzionali e che sul nostro territorio hanno da tempo una loro presenza asseverata per qualità e quantità. Anffas Jesi è convinta che includere si realizza nel condividere in quanto la condivisione mette tutti sullo stesso piano, anche se diseguali per possibilità. Condivisione di valori, di stili di vita, di politiche sociali per costruire una comunità davvero solidale: questo vorremmo leggere nei programmi di chi si candida a dirigere la città di Jesi per i prossimi cinque anni. E vorremmo leggere parole di impegno, non vuoti slogan elettorali che si volatilizzano alla prima prevedibile difficoltà amministrativa o finanziaria».
Conclude Anfass: «Sappiamo anche che l’inclusione si realizza con gli strumenti dell’economia, e infatti Anffas Jesi chiede una economia inclusiva e non basata su valori lontani dalle persone, specie le ultime, quelle con bisogni più evidenti. Condividere è la parola su cui si fonda il nostro lavoro volontario. Condividere per non restare indifferenti alla voce dei bisogni degli ultimi. Condividere per fare delle diversità una ricchezza senza finti egualitarismi. Condividere è quanto Anffas chiede alla futura classe dirigente della città di Jesi e fin d’ora si rende disponibile per ogni concreto percorso di co-programmazione e co-progettazione».