Quando le temperature si abbassano, si torna ad accendere i riscaldamenti. Caldaia e termosifoni a gas non sono però l’unica soluzione per rendere le nostre case più calde e accoglienti.
Ecco una lista di soluzioni diverse per riscaldare gli ambienti: da quella più economica a quella più green, dalla tradizione alle nuove tendenze, in base allo specifico fabbisogno termico.
Il tradizionale calorifero: ghisa, acciaio e alluminio
Che lo si chiami “termosifone” o “calorifero” non cambia. Inventato nella fredda Russia di metà Ottocento da Franz Karlovich San Galli per intiepidire le serre dello zar, è ormai un metodo di riscaldamento universalmente noto.
Il primo calorifero era in ghisa. Sebbene non presenti un eccellente design, si tratta di un materiale dall’elevata inerzia termica, che permette di mantenere il calore anche dopo lo spegnimento, Oggi sono tuttavia disponibili molteplici modelli di termosifone, realizzati con svariati materiali alternativi alla ghisa.
I termosifoni in acciaio, più recenti, risultano infatti meno antiestetici e voluminosi. Riescono a riscaldarsi e a riscaldare più rapidamente, ma hanno un costo più elevato e minore capacità di produrre calore, soprattutto in grandi ambienti e open-space.
Di design e costi intermedi, ma molto più leggero, è l’alluminio. Questi radiatori hanno generalmente brevi tempi di riscaldamento e funzionano spesso con un sistema a bassa temperatura, dove l’acqua di norma non supera i 50° C.
E per il bagno? Sempre più diffuso lo scaldasalviette, elemento di termo-arredo spesso usato dalle strutture alberghiere, ma oggi molto in voga anche come soluzione domestica. Si tratta di radiatori da bagno usati sia per deumidificare l’ambiente che per riscaldare gli asciugamani. Generalmente in alluminio laccato, hanno dimensioni ridotte e possono essere a parete o a piantana, come elemento divisorio.
Termoventilatori e riscaldamento elettrico
Le stufe elettriche sono estremamente pratiche e portatili, perfette nei piccoli spazi poco vissuti che necessitano d’essere riscaldati in tempi ridotti e a breve distanza fisica. Hanno però il grande difetto di consumare anche più di 2000 Watt e di non riuscire a riscaldare l’intera abitazione. Restano un “rimedio last-minute” per freddolosi che non resistono alla tentazione di integrare il riscaldamento centralizzato… e che necessitano di “una coccola in più”!
Pannelli radianti a infrarossi
L’impianto con pannelli a infrarosso ha il grande pregio di risparmiare combustibile e di riscaldare in modo più omogeneo e uniforme, prevenendo inoltre la formazione di muffe e batteri. Si tratta di un metodo anche piuttosto versatile: l’impianto è rimontabile altrove in caso di trasferimenti e i pannelli si possono installare anche in autonomia, prestando particolare attenzione alle corrette distanze.
Gli infrarossi sono però adatti soprattutto a case ad alta classe energetica, per non vanificarne l’intrinseco carattere ecologico. Si tratta inoltre di un impianto che non riscalda l’acqua ad uso domestico e che richiede dunque un’ulteriore installazione ad hoc.
Una curiosità per amanti del bello e “art-addicted”: esistono anche i “quadri a infrarossi”, pannelli riscaldanti che si mimetizzano negli spazi domestici, prendendo la forma di simil-dipinti che danno un tocco di colore in più al nostro nido. Dall’astratto alla natura morta, da Monet a Van Gogh, per riscaldare corpo e anima. Disponibile anche la soluzione a specchio.
Riscaldamento a pavimento
Perfetto per chi ama camminare scalzo per casa in totale libertà, ha i vantaggi d’essere igienico e “invisibile”: non solleva polvere, preserva dalle muffe e non è esposto all’esterno, permettendo di guadagnare spazio per l’arredo.
È composito e formato da molti elementi: la caldaia (che lavora a temperature pari alla metà di quelle delle caldaie tradizionali), il pannello isolante in polistirolo o sughero per sistemare la tubazione, il foglio in PVC che protegge dall’umidità e il massetto in calcestruzzo. Quest’ultimo non dev’essere troppo spesso, proprio per permettere la diffusione del calore. Tra i materiali di rivestimento si predilige il legno, ma possibili opzioni sono anche il grès e la ceramica.
Presenta però anche degli svantaggi, come il lungo tempo prima che il calore si diffonda. Non conviene spegnere spesso l’impianto, ma lasciarlo funzionare a lungo, per poter raggiungere la temperatura e la diffusione ottimali.
Stufe a pellet o a biomassa
Altro innovativo modo per soddisfare il fabbisogno termico della propria casa sono le stufe a pellet. Assolutamente green ed economiche, usano come combustibile dei cilindretti fatti con gli scarti del legno, chiamati per l’appunto “pellet”.
Le stufe a pellet, anche dette “a biomassa”, possono essere ad aria o ad acqua, ma presentano anche dei contro: sono per lo più usate in piccoli spazi e richiedono un’assidua manutenzione.