Lifestyle

Chiude per sempre American Apparel

Chiude l'iconico brand americano dopo anni di perdite spaventose. Nei primi anni Duemila era il marchio degli hipster, simbolo del lavoro etico, poi lo scandalo e i debiti

By Eklaomui22 (Own work), via Wikimedia Commons

Il marchio American Apparel non esisterà più nel giro di qualche mese. L’azienda canadese di abbigliamento sportivo Gildan Activewear ha acquistato per 66 milioni di dollari la proprietà intellettuale e alcuni macchinari. I 110 negozi sparsi negli Stati Uniti, come l’altro centinaio sparso in giro per il mondo, fra cui quelli di Milano e Roma, chiuderanno entro aprile 2017. Non solo i nuovi proprietari non hanno nessun interesse a lasciare aperti i punti vendita, ma chiuderanno anche le fabbriche, situate in California del Sud, lasciando a casa 3500 lavoratori.

L’iconico brand aveva accumulato ormai troppi debiti e già dal 2010 le difficoltà stavano diventando insormontabili. Nel giro di 5 anni la società ha perso 340 milioni di dollari e nel 2015 dichiara per la prima volta fallimento. A febbraio 2016 pare riesca a uscire dalla procedura fallimentare, ma dura poco e a novembre dichiara fallimento per la seconda, definitiva volta.

Le campagne provocatorie, gli scandali sessuali intorno al CEO e fondatore del marchio Dov Cherney. Ma anche lo sviluppo di un’industria etica, interamente made in USA – quando produrre all’estero era una costante. La scelta di un design dritto, pulito, che sorvola le tendenze del momento e risulta sempre attuale, soprattutto grazie alla qualità dei materiali scelti. Le campagne pubblicitarie provocanti, spesso troppo, volte a shoccare e incuriosire, gay friendly, ma tacciate anche di sessismo.

American Apparel ha fatto parlare di sé in questi anni, nel bene e nel male, realizzando qualcosa di unico e segnando profondamente un’epoca, quella dei primi anni Duemila. Fortunatamente, mentre vi asciugate le lacrime per la recente perdita, potete ancora correre a fare l’ultimo, nostalgico acquisto online.

Ludovica Merletti