Rendere la casa un concentrato di tecnologia che aiuti a vivere meglio è sempre più facile. Tra i vari dispositivi che non possono mancare tra le mura domestiche più tech, ci guida Roberto Catania, giornalista di Panorama.it esperto in materia.
Cosa significa oggi abitare in una casa super tecnologica?
«Parlare di casa tecnologica oggi non è solo un concetto legato a quanti dispositivi tech mi posso comprare; la vera tendenza oggi è l’IoT, l’Internet delle Cose (Internet of Things). L’idea è che, grazie a un microchip impiantato al suo interno e a un sistema di gestione dei dati gestito via remoto (sul cloud), ogni oggetto è in grado di connettersi a internet ed essere, ad esempio, visibile a uno smartphone».
Una casa connessa, con rete wi-fi in ogni angolo della casa, è ormai un must.
«Avere una casa connessa significa in primo luogo avere una banda larga adeguata; un tempo bastava avere un Adsl da 7/8 Mbps per collegarsi al computer e al massimo per un tablet; nel futuro, ma in molti casi – ad esempio nel mio – nel presente, arriveremo a 20, 30, 50, 100 oggetti connessi, molti dei quali contemporaneamente. Bene stan facendo gli operatori ad alzare la velocità e la qualità delle connessioni; Vodafone offre già la fibra a 300 Mbps e ha annunciato quella a 500 Mbps».
La tecnologia ha migliorato la vita in casa. Ma l’ha anche peggiorata? In cosa?
«Tendiamo a isolarci sui nostri schermi, soprattutto smartphone e tablet. E poi siamo la prima generazione a sperimentare sulla propria pelle un bombardamento di onde radio così massiccio (rischi per la salute si potranno valutare solo a 20-30 anni, è una tossicità di tipo “cronico”)».
Come si può riuscire a sposare tecnologia ed ecologia tra le mura domestiche?
«Si può riuscire, ad esempio, controllando i consumi degli apparecchi connessi; basta un contatore da pochi euro per farlo (come il Rilevatore di consumi e costi energetici Techly). C’è addirittura un sistema che permette di capire in modo selettivo quanti e quali dispositivi di casa stanno consumando di più (vedi lo Smappee Energy Monitor). Inoltre, tramite un termostato intelligente puoi non solo controllare da remoto l’accensione e la temperatura della caldaia, ma anche ottimizzare i consumi. Merito di unità molto evolute – Nest, Tado, Netatmo, Honeywell le più celebrate – che sfruttano le funzioni interne di uno smartphone (come la localizzazione) per regolare la temperatura in modo automatico. Quando il sistema “capisce” che stiamo per rincasare, ad esempio, alzerà progressivamente il riscaldamento; alla nostra uscita, viceversa, provvederà ad abbassare la temperatura per evitare inutili sprechi. Fra i vari dispositivi intelligenti che fanno parte dell’Internet delle Cose, c’è anche il Nuvap N1, un rilevatore da tenere dentro o fuori casa per misurare fino a 24 parametri ambientali e averli sempre sotto controllo (sullo smarthone). Si potrebbe considerare come una vera e propria centralina portatile in grado di dirci com’è l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo».
Musica in tutta la casa: come?
«Con un sistema multiroom. Sonos ha tracciato la strada, ma ormai in commercio se ne trovano di tutte le tipologie e per tutte le tasche, dal Samsung Audio Multiroom, che fa della semplicità il suo punto di forza e sfruttando la rete domestica wi-fi o il collegamento diretto via Bluetooth, porta la musica proveniente dai diffusori dritta dritta alle orecchie dell’utente, al Bose SoundTouch, un sistema Hi-Fi senza fili che non richiede ponti o altri hub per la diffusione del segnale wireless».
Passiamo in rassegna le stanze della casa. Per il salotto, regno del relax, che prodotto tech consiglia?
«Per il salotto il must è un tv Oled (al momento Lg è in vantaggio su tutti gli altri). Il vero “miracolo” compiuto dall’Oled sta nello spessore dei suoi pannelli, ai confini della realtà, e soprattutto nella sua straordinaria resa cromatica: i neri sono neri, i bianchi sono bianchi, i colori decisamente più realistici e brillanti di qualsiasi altra tv. L’impressione è che le nuove Tv Oled vogliano stringere un rapporto più stretto, quasi confidenziale, con il telespettatore, portandolo sempre di più verso il centro della scena».
Ci vogliono però circa 3.000 euro per acquistare un televisore “organico”. Troppo? «No, se si considera il livello delle tecnologie impiegate. In alternativa è molto suggestivo il concetto di televisore di Philips, che emette luce diffusa dal retro: una serie di led o di picoproiettori piazzati sulla cornice del televisore consentono di creare riverberi di luce (Ambilight) finanche vere e proprie immagini in movimento (AmbiLux) sulla parete retrostante lo schermo».
La tecnologia può entrare anche in camera da letto?
«Per la camera da letto consiglio le lampade connesse Philips Hue, un sistema di illuminazione intelligente basato su lampadine wireless (bianche e colorate). Utilizzando lo smartphone come interruttore possiamo accendere o spegnere le lampadine, cambiare colore e regolare l’intensità delle stesse, impostare allarmi e timer, scegliere un’ambientazione predefinita, o crearne di nuove. Si può utilizzare Siri per controllare “a voce” l’intero sistema di illuminazione. E c’è persino una funzione che si collega alla sveglia del cellulare e simula il sorgere dell’alba».
In cucina: quale il prodotto tecnologico immancabile?
«Per chi odia passare l’aspirapolvere, ecco il robot aspirapolvere, un piccolo elettrodomestico automatizzato in grado di fare più volte il giro dei pavimenti a caccia di sporco. In principio c’era soltanto il Roomba di iRobot, ora sono diverse le proposte della concorrenza. Utile anche il frigorifero intelligente, dotato di fotocamera interna e connessione wi-fi: l’elettrodomestico in qualsiasi momento può offrire all’utente – via smartphone – una vista dell’interno dei suoi vani. Ideale quando sei al supermercato e non ti ricordi se hai finito il latte».