Amate la musica e la geografia? Allora è arrivato il momento di mettere da parte i tradizionali atlanti e rimpiazzarli con la “World Song Map” creata da Dorothy, un art-studio britannico che ha realizzato una cartina del mondo dove a città, stati e regioni corrispondono oltre mille canzoni della storia del pop e non solo.
Ecco così che sul Vecchio Continente appare l’elettronica “Trans Europe Express” dei tedeschi Kraftwerk, sulla capitale britannica la rockeggiante “London Calling” dei Clash mentre la Spagna è indicata con il jazz meticcio di “Sketches of Spain” di Miles Davis.
Andando oltreoceano, invece, si approda negli States con “Born in the U.S.A” di Bruce Springsteen mentre i territori oltre la frontiera a stelle e strisce sono etichettati a nord con la beatlesiana “Only a Northern Song” e a sud con “Down in Mexico” dei Coasters, storica band americana di rhythm and blues. Virando verso oriente, ecco poi “China Girl” di David Bowie e “Holiday in Cambodia” dei Dead Kennedys.
Non tutte le scelte sono state però così immediate, anzi. «In certi casi abbiamo preferito optare per soluzioni che spingessero l’appassionato a pensare un po’ di più all’abbinamento» ha spiegato Li Johnson dello studio Dorothy. «Per esempio, ci è piaciuta molto la scelta di “Isolation” dei Joy Division per indicare la situazione della Corea del Nord, così come “Losing My Edge” degli LCD Soundsystem per la desolazione della zona polare o “I ran” dei Flock of Seagulls, per evidenziare le problematiche politiche dell’Iran».
Un caso particolare è stato invece quello della Mongolia: «Cercando un abbinamento per lo stato asiatico abbiamo scoperto che un posto di rilievo nella tradizione musicale locale è quella delle ‘canzoni lunghe’, definite tali non solo per il testo ma pure per l’usanza di ‘allungare’ la pronuncia di ogni sillaba – ha rivelato Johnson – Così ci è sembrato naturale l’abbinamento con “Long, long, long” dei Beatles».
Ovviamente, il progetto ha conosciuto anche momenti difficili, soprattutto quando si sono dovuti affrontare stati di una notevole estensione territoriale, come la Russia: «In questo caso dovevamo essere particolarmente creativi: così, se per tutta la vecchia URSS è stato semplice il collegamento a “Back in the USSR” dei Beatles, per alcuni stati abbiamo dovuto usare riferimenti più originali come “Pretty Vacant” dei Sex Pistols e “Everybody wants to rule the world” dei Tear for Fears».
E l’Italia? Diciamo che gli accostamenti musicali fatti per il Belpaese da Dorothy soffrono un po’ del fatto che la musica presa a riferimento è di chiara matrice anglosassone. Così la nostra capitale è indicata con “Heart of Rome” di Elvis Presley mentre Napoli è abbinata a “Moon Over Naples”, uno strumentale di Bert Kaempfert trasformata poi in “Spanish Eyes” e cantata, tra gli altri, dallo stesso Elvis, da Tom Jones e dai Faith No More.
Al di là di queste e altre scelte magari discutibili – un po’ come i gusti musicali, del resto –, se volete appendere questa mappa alla vostra parete non dovrete certo svenarvi: con 25 sterline più spese di spedizione potete acquistare la versione ‘standard’ mentre per l’edizione speciale, con colori particolari per un look più ‘vintage’, si arriva a 35 sterline.
Buona visione. E buon ascolto, naturalmente.