Il mondo delle stampanti 3D vicino al mondo dei bambini. Sotto molteplici punti di vista a cominciare da quello coloratissimo e fantasioso dei giocattoli. Infatti è già da qualche anno che case produttrici più o meno famose hanno lanciato sul mercato e sugli scaffali dei negozi piccole stampanti in grado di rendere “reali” le idee dei più piccoli. Ecco allora venire alla luce dinosauri, animaletti e vari orpelli da re e regine. Affascina i più piccoli anche perchè riesce a venire incontro alla loro sfrenata creatività. Ma la questione non è solo così semplice e univoca. Anzi. Secondo un articolo reso noto dall’Ansa, e pubblicato dalla rivista internazionale “Technologies“, e riferito dall’Ansa, questo sistema di autoproduzione di giochi in casa potrebbe avere degli impatti sociali e economici rilevanti. Secondo uno studio portato avanti da alcuni ricercatori della Michigan Technological University, guidati da Joshua Pearce, il fai da te, oltre a creare oggetti unici, sempre diversi, impatterebbe di molto sul portafoglio delle famiglie. In meglio, perchè grande sarebbe il risparmio.
«Gli studiosi – si legge – hanno analizzato i cento progetti più scaricati dalla piattaforma online MyMiniFactory per la stampa in 3D, con tre diversi materiali per valutare i potenziali costi, anche riciclabili. Facendo a casa 100 di questi giocattoli si potrebbe risparmiare oltre il 75% dei costi per il materiale utilizzato e più del 90% se lo si ricicla, con un risparmio di 60 milioni di dollari l’anno nell’acquisto dei giocattoli. L’unico caso in cui il gioco stampato è più caro di quello prodotto industrialmente accade quando la sua qualità è nettamente superiore, come nel caso di costumi e accessori usati per travestirsi come i personaggi preferiti di film e videogiochi».
Ma l’uso della stampante 3D va oltre e viene in soccorso dei più piccoli anche nei momenti di difficoltà, come in ospedale. In una nota stampa dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze si legge che questo strumento è entrato nella pratica clinica del nosocomio, grazie a “T3Ddy“. Si tratta di un laboratorio congiunto istituito con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Firenze, che declina la stampa 3D in modo innovativo per una serie di impieghi: dalla creazione di modelli tridimensionali per migliorare l’approccio chirurgico, alla realizzazione di gessi “su misura degli arti”, più leggeri e comodi per i bambini, all’impiego educativo e ludico grazie al carrello della “maker therapy”, oltre al vasto utilizzo nella simulazione in pediatria per la formazione degli operatori.