Tra i vari dispositivi della cosiddetta “wearable technology”, cioè indossabile, di cui abbiamo già parlato in questa rubrica, merita un capitolo a parte la t-shirt intelligente. Le magliette “smart” sono tra gli ultimi (anche se se ne parla da tempo) devices sviluppati da vari istituti di ricerca e aziende per monitorare alcuni parametri sia nella vita quotidiana, sia nei momenti in cui si pratica sport. Dispositivi che apre a importanti sviluppi in campo medico e scientifico.
Finora abbiamo conosciuto i guanti che permettono lo studio dei movimenti della mano, gli occhiali per la realtà aumentata, le scarpe che rilevano i nostri movimenti, ma se ci soffermiamo un attimo, ci possiamo rendere conto che anche gli stessi dispositivi acustici per gli ipoudenti assolvono alla stessa funzione di migliorare la qualità della nostra vita.
E proprio su questo punto si stanno concentrando alcune ricerche, sia scientifiche che commerciali, per sviluppare vari modelli di magliette tecnologiche in grado di monitorare il battito cardiaco, la respirazione e i movimenti. Di magliette simili si parla già dai primi anni 2000, quando vennero indossate dagli scalatori dell’Himalaya o dai neonati a rischio. Dopo il 2010 un’azienda canadese lanciò sul mercato una costosa t-shirt da ben 250 dollari.
Come funziona la maglietta “smart”? Alcuni piccoli sensori in fibra ottica, molto piccoli e sensibili, senza necessità di alimentazione elettrica, registrano dati come il battito e la frequenza cardiaca, la respirazione e i movimenti e li comunicano via bluetooth a uno smartphone. Tra le varie funzioni implementate, infatti, ci sono lo studio dell’asma, l’analisi delle calorie bruciate anche nei micromovimenti o persino il livello di stress dell’organismo. Funzioni che possono essere attivate, monitorate e studiate anche da remoto, consentendo un controllo anche H24 ed evitando trasferte e ricoveri, soprattutto per quei pazienti con difficoltà o nei casi dove uno spostamento per fare esami risulterebbe più stressante o persino pericoloso.
Dietro il risultato ottenuto dall’Università Campus Bio-Medico di Roma ed Enea (l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), ci sono interessanti ricadute scientifiche e cliniche: le magliette smart diventano importanti anche in quelle situazioni in cui il parametro da osservare potrebbe risultare falsato da rilevatori più tradizionali, dove per esempio esiste un forte campo magnetico, come negli esami di risonanza magnetica e magari tranquillizzare il paziente di fronte all’insorgere di un eventuale attacco d’ansia o di panico monitorato proprio grazie ai sensori della respirazione.
Ci sono però importanti aspetti da valutare come la privacy e la sicurezza dei nostri dati, spendibili per innumerevoli app, dispositivi e prodotti commerciali “fatti su misura” in base ai nostri utilizzi, percorsi, abitudini, persino disfunzioni e malattie. E per questo ricercatissimi.