Una casa completamente domotica. È il sogno di tante persone avere la gestione della propria abitazione a portata di mano o smartphone, ma ancora resistono parecchi dubbi sul fatto che gli elettrodomestici della casa connessi a Internet possano essere veicoli di problemi, truffe e furti.
Frigoriferi, tv, tapparelle, caldaie, illuminazione: sono questi solo alcuni esempi dei settori in cui si sta sperimentando – ma per qualcuno è già realtà – lo sviluppo della tecnologia che ci permette di avere dispositivi e elettrodomestici connessi alla rete. È l’internet delle cose (IoT, Internet of Things) e dovremo farci sempre più i conti.
Innumerevoli i vantaggi. È indiscutibilmente confortevole ritrovare la casa riscaldata dopo una fredda giornata invernale in cui abbiamo lavorato lontani dalla nostra abitazione. Così come, se fossimo al supermercato e ci fossimo scordati la lista della spesa, sarebbe decisamente utile poter vedere cosa c’è in frigorifero o ricevere un sms dal frigo stesso con le scadenze di alcuni prodotti alimentari.
Tutto molto bello, ma non mancano i rischi. Chi ci dice per esempio che qualcuno non possa “entrare” virtualmente in casa nostra e modificare alcune informazioni? Rimane difficile pensare che qualcuno voglia farci un dispetto modificando le scadenze delle bottiglie di latte o dei formaggi nel nostro frigorifero super tecnologico, ma il discorso cambia parecchio se il dispositivo connesso è anche capace di effettuare un pagamento on line. Per esempio l’automobile che ha l’autorizzazione al pagamento del pedaggio autostradale, o la tv con cui abbiamo acquistato il tale film. Come essere al sicuro da intrusioni non gradite che potrebbero far ottenere a qualche hacker le nostre carte di credito?
Secondo alcuni studi e ricerche (vd. Gartner), nel 2020 gli oggetti come gli elettrodomestici connessi a Internet saranno circa 25 miliardi. Non solo automobili, televisori e frigoriferi: lo saranno persino i giocattoli a cui si stanno affiancando sempre di più i piccoli robot.
Nuovi mercati, certamente; ma anche nuovi rischi che devono essere analizzati e combattuti prima che diventino una seria minaccia per la nostra sicurezza. Tra queste armi di cui le istituzioni – in collaborazione con alcune aziende a livello internazionale – si stanno dotando, ci sono anche nuovi certificati di sicurezza.
Come la Commissione Ue ha lanciato il Cybersecurity act, il Parlamento europeo ha chiesto nuove garanzie per gli utenti, in qualsiasi parte del mondo si trovino. Un sistema di certificati che dovrà testare la sicurezza di tutti i dispositivi e gli elettrodomestici capaci di connettersi al web. Sempre secondo Gartner, oltre il 95% dei nuovi oggetti avrà questa funzionalità.
Le garanzie che dovranno essere accertate riguarderanno innanzitutto che il tale oggetto non presenti vulnerabilità note al momento del rilascio e che sia conforme agli standard internazionali, praticamente come il marchio Ce presente sui prodotti in commercio nei paesi dell’eurozona.
Tra le altre caratteristiche da certificare vi sono chiaramente il rispetto della riservatezza e della privacy; l’integrità del software contenuto all’interno degli elettrodomestici; l’accessibilità dei dati e delle funzioni solo a personale autorizzato; la possibilità di identificare e gestire le vulnerabilità che emergeranno in seguito al rilascio in commercio di tale prodotto e infine la riduzione al minimo dei rischi per la salute.
Garanzie a più livelli che dovranno passare test su test per capire a quale livello di sicurezza si posiziona un certo prodotto in una scala che sarà sempre più omogenea tra i vari paesi industrializzati. O che dovrà esserlo.