Nel corso del 2019 gli acquisti di moda sostenibile sembrano essere aumentati del 75%, soprattutto tra i millennials. La moda green spesso si specchia nel commercio equo solidale, nel biologico e nel riuso. È tracciabile e rispetta l’ambiente, ma anche i lavoratori. È infatti una moda etica che certifica il non sfruttamento dei dipendenti e le buone condizioni di lavoro.
Tra i materiali di riciclo più ricercati ci sono l’econyl, ricavato da reti da pesca, il repreve, derivato da bottiglie di plastica, il cashemere ecologico, la canapa, il bambù e il tencel, marchio che certifica i tessuti naturali ottenuti con foglie di eucalipto.
Parlando di riuso non si può prescindere nemmeno dalla cosiddetta moda “circolare”, ovvero da quegli indumenti e accessori pensati e realizzati proprio nell’ottica di un più consistente ciclo vitale, affinché durino il più a lungo possibile. Basta seguire la regola delle 5 R: raccolta, recupero, riciclo, riduzione, riuso, anziché optare per creazione, utilizzo e smaltimento.
Un nuovo movimento che incalza tra i giovani è lo “slow fashion“. In contrapposizione al fast fashion, si tratta di un nuovo approccio allo shopping che porta ad acquistare solo ciò che è davvero necessario, con maggiore consapevolezza. Si punta inoltre all’ottimizzazione degli acquisti: in questo tipo di forma mentis si tende infatti a tener conto anche del “cost-per-wear“, ovvero del “costo per utilizzo”. Sarà più ecologico, oltre che conveniente, spendere di più per un capo, se questo, a parità di prezzo rispetto ad un altro, sarà usato più a lungo e per più volte.
Rinnovata attenzione, anche nel mondo fashion, per il cruelty-free, il biodegradabile e il carbon neutral: senza carbonio, né sostanze tossiche, pesticidi o fertilizzanti. Ma anche nel rispetto dei diritti degli animali, sostituendo le pellicce con materiali sintetici e nella limitazione rispetto all’uso di acqua adoperata nella fabbricazione e nel confezionamento degli indumenti.
Tra i brand che propongono outfit ecologici si ricordano Levi’s, con la campagna “Water Less” finalizzata a ridurre l’impiego di acqua per la produzione di jeans e l’azienda inglese Monkee Genes che produce cotone biologico certificato. Da non dimenticare la linea di costumi da bagno CasaGin: tutta italiana, utilizza l’econyl rigenerato, per andare al mare rispettandolo fino in fondo.