Quanto costa vestire un pilota di formula 1? Negli ultimi anni questa voce di spesa ha acquisito sempre maggiore importanza affiancandosi ai costi delle innovazioni tecnologiche apportati alle monoposto. Se infatti è fondamentale il lavoro di sviluppo degli ingegneri per creare dispositivi al limite della fantascienza, ugualmente importante diventa la ricerca di soluzioni destinate ad aumentare la sicurezza dei piloti all’interno dell’abitacolo.
Oltre agli enormi investimenti per soluzioni tecniche e aerodinamiche quali KERS e DRS, bisogna quindi mettere a bilancio anche le spese per gli indumenti specifici dei campioni su quattro ruote. Agli albori della formula 1 l’abbigliamento incontrava per lo più esigenze di eleganza e di stile e i protagonisti delle corse indossavano pantaloni, polo e al massimo un fuolard.
Con il passare del tempo, però, si sono resi necessari interventi per migliorare la loro incolumità da parte della Federzione Internazionale dell’Automobile (FIA) aumentando gli standard e facendo lievitare, di conseguenza, anche i costi. Per chi corre al top – dalla Formula 1 al campionato mondiale di rally, dalla GP2 fino all’Europeo GT3 – i prodotti sono personalizzati e su misura, rendendo difficile una stima precisa, ma è possibile comunque stilare uno standard medio dei prezzi.
La base è la stessa ed il regolamento parla chiaro: le tute devono resistere minimo 11 secondi al fuoco in conformità alla UNI EN ISO9151. I gradi ai quali la tuta viene esposta sono 800. Il test verifica che il calore non passi attraverso la struttura multistrato dell’indumento generando una differenza di temperatura non superiore a 24 gradi centigradi in meno di 11 secondi.
Inoltre la norma FIA stabilisce che il corpo del pilota debba essere coperto dai polsi al collo e fino alle caviglie, mentre a proteggere la testa ed il volto ci pensa il sottocasco. Completano il tutto scarpe, guanti, calze, maglie e pantaloni sottotuta, HANS (il collare che trattiene la testa in caso di impatto evitando conseguenze molto gravi) e ovviamente il casco.
Le tute multistrato che si trovano sul mercato dei comuni mortali non sono molto diverse da quelle che può acquistare chiunque corra in competizioni omologate FIA. Un esempio: la Sparco Extrema RS-10 o Superleggera RS-9.1 pesano circa 700 ed 800 gr rispettivamente ed hanno un prezzo che arriva fino a oltre 2.000 euro (personalizzazioni escluse). Ancora sopra c’è la Prime presentata da Sparco per il Team McLaren Honda che pesa 600 grammi ed è la più avanzata in termini di leggerezza. Se a richiederle sono squadre professionistiche senza vincoli di spesa i prezzi raddoppiano. Per fare un paragone, la tuta usata in F1 dal Team McLaren Honda nel 2010 pesava 1,3 Kg ed era il massimo sul mercato.
Passando ai guanti, il top di gamma costa 200 euro. 500 se ne vanno invece per la scarpa di ultima generazione superleggera mentre, per quel che riguarda i componenti del sottotuta, si arriva oltre i 200 euro per il set completo. L’HANS si spinge fino ai 1.500 euro: la stessa cifra necessaria per un casco in carbonio omologato dalla FIA.
Calcolatrice alla mano il totale per un pilota privato che non badi a spese è di oltre 6.000 euro escluse le eventuali personalizzazioni. Con il portafoglio adeguatamente pieno, chiunque voglia può avere qualsiasi capo d’abbigliamento realizzato su misura. Alle cifre standard dei caschi bisogna poi aggiungere i costi delle grafiche realizzate da veri e propri artisti che ne rendono impossibile una quantificazione economica unitaria.
Insomma, cimentarsi con i motori può essere un interessante hobby ma per emulare Vettel e compagni c’è bisogno di un portafoglio ben gonfio.