MACERATA – Le Marche negli scatti di Dondero e i vini della Borgogna. E poi le etichette regionali tra musica, libri, laboratori e degustazioni guidate da giornalisti del settore italiani e stranieri. Dopo il debutto di due anni fa ad Ascoli Piceno arriva a Macerata, sabato 20 e domenica 21, il festival Terroir Marche edizione 2017 che punta a far scoprire e a mettere in relazione il territorio marchigiano e non solo. «Il messaggio che vogliamo trasmettere è quello proprio di salvaguardare il territorio. Non promoviamo un brand, ma un ambiente, un paesaggio con le sue tipicità – dice Alessandro Bonci, uno degli organizzatori -. Questo nello stesso tempo vuol dire preservare un’intera fliera enogastronomica». L’iniziativa, itinerante, in quanto ogni due anni cambia la sede della kermesse, è organizzata dall’associazione Terroir Marche che riunisce sedici produttori biologici della regione, e quest’anno ospita i produttori della Borgogna del sud.
Accanto alla Francia le produzioni tedesche della Mosella e quelle marchigiane: con il Rosso Conero, i Pecorini del Piceno, i vini e i vitigni delle zone minori. A parlare del Verdicchio di Jesi e di Matelica uno dei curatori delle guide di settore del Gambero Rosso e dell’Espresso, Alessio Pietrobattista, romano, cresciuto con i bianchi dei Castelli e grande appassionato, oggi, del Verdicchio. «È un vino che sfida il tempo – racconta -, è il vitigno a bacca bianca più premiato dalle guide italiane. Un grande vino che però manca di una vera e unica manifestazione regionale come, invece, accade ad esempio per le anteprime toscane. E poi esprime un territorio preciso con caratteristiche diverse da area a area, come accade per le produzioni della Borgogna. Sarebbe bello arrivare a richiedere un Verdicchio di Cupramontana o di Matelica…una scelta che esprime veramente consapevolezza!». Il suo laboratorio si tiene domenica 21 maggio al teatro della Società Filarmonica Drammatica allle 15. Il titolo “Castelli di Jesi e Matelica: territori da bere tutti i giorni». A parlare del Rosso Conero, invece, sabato 20, alle 11, la giornalista tedesca Veronika Crecelius con “Il lato oscuro dell’Adriatico”. «Il Conero è una perla, una chicca, direi, che, però, ancora non è riuscita a farsi conoscere di più sia per quanto riguarda l’Italia stessa sia sull’estero. Ma le Marche ancora sono poco conosciute, rimangono una regione di passaggio. Questo però ha i suoi vantaggi – spiega la giornalista -. Hanno mantenuto il territorio in una condizione di “innocenza” che lo rende pronto per essere scoperto. Così vale anche per il Conero, un luogo potente come il vino che esprime».