MACERATA – Sabato mattina (8 gennaio) i poliziotti della Squadra Mobile, diretti dal commissario capo Matteo Luconi, hanno arrestato a Macerata un 43enne di origini guineane (in regola con il permesso di soggiorno e residente in città), in quanto gravemente indiziato di aver compiuto, in tre distinte occasioni, abusi sessuali nei confronti della figlia quattordicenne, sfruttando la sua posizione di autorità paterna.
Gli agenti hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Macerata Claudio Bonifazi. Il gip ha così condiviso l’ipotesi accusatoria formulata dal pubblico ministero Rita Barbieri all’esito dell’attività investigativa svolta dagli agenti della Mobile.
Le indagini erano partite lo scorso novembre, quando la minore, in lacrime, aveva chiamato il numero unico di emergenza per richiedere aiuto. Le investigazioni, condotte anche attraverso attività di intercettazione telefonica e ambientale (ormai concluse), hanno permesso di far luce su una serie di presunti abusi subiti, a partire dalla scorsa estate, dalla ragazzina. L’adolescente ha trovato il coraggio di raccontare agli inquirenti, in sede di audizione protetta, tutti e tre gli episodi di abuso. Sabato mattina i poliziotti hanno fatto irruzione a casa dell’uomo, una volta accompagnato in questura e foto-segnalato, il 43enne è stato condotto in carcere a Bologna. La minore invece è stata collocata in una comunità protetta. Nei prossimi giorni sarà fissato l’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip, in quell’occasione l’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Mantella, potrà decidere se rispondere alle domande del giudice o avvalersi della facoltà di non rispondere.