Macerata

Matelica, disabile a rischio sfratto. Cesari: «Chiedo tempo per trovare una sistemazione. Mi sento discriminato»

La casa è stata venduta all'asta dopo il fallimento dell'azienda di famiglia e il 48enne il 6 ottobre deve liberarla. Due giorni prima in Tribunale a Macerata si deciderà sulla proroga chiesta dal matelicese

Disabili

MATELICA – Costretto sulla sedia a rotelle da quando aveva quattro mesi, Michele Cesari, 48 anni, il prossimo 15 ottobre rischia lo sfratto dalla casa di famiglia, a Matelica, dove ha trascorso una vita intera e dove nel corso degli anni ha apportato tutti gli adattamenti necessari alla sua condizione, quella di persona tetraplegica.

Una storia complicata, la sua. Cesari è «diventato tetraplegico dopo il vaccino antipolio» racconta, un danno che gli era stato riconosciuto in tre gradi di giudizio (primo grado nel 2008, secondo grado nel 2009 e Cassazione nel 2014) dopo una lunga battaglia giudiziaria che lo aveva portato ad ottenere nel 2007 «un indennizzo dal Ministero della Salute, poi ridotto nel 2018 a circa il 10%».

Michele Cesari nella sua casa a Matelica

A complicare ulteriormente la sua situazione nel 2015 era sopravvenuto il fallimento dell’azienda di famiglia a Matelica con «la casa di famiglia andata all’asta». Alcuni anni prima, nel ’99, Michele Cesari, laureato in Economia e Commercio, e giornalista, aveva dovuto affrontare anche la perdita del padre, una colonna portante nella sua vita che lo aveva affiancato nelle tante battaglie per veder riconosciuti i diritti delle persone con danno da vaccino.

Adesso una nuova tegola nella sua vita: la casa di famiglia è stata venduta all’asta e deve «liberarla il 6 ottobre» spiega, due giorni prima «il 4 ottobre è stata fissata una udienza in Tribunale a Macerata» nella quale si dovrebbe decidere sulla proroga chiesta dal matelicese prima di lasciare l’abitazione. Cesari, infatti, racconta di non sapere dove andare «ho cercato una casa adatta alle mie condizioni nel mercato privato, ma non ci sono abitazioni idonee – spiega – e neanche il Comune ha una casa e se ne dovesse adeguare una, ha critto in una lettera che servirebbero tre anni. Io dove vado?».

Il 48enne si è rivolto al Garante dei diritti della Regione Marche, alla Consulta dei Disabili e alla Commissione per le Pari Opportunità per chiedere sostegno nella sua battaglia: «Mi sento discriminato – spiega – se avessi ancora il sussidio dal Ministero della Salute non mi troverei in questa situazione. Chiedo un tempo congruo per trovare una sistemazione come previsto dalla normativa sulla liberazione degli appartamenti in caso di presenza di disabili gravissimi all’interno, chiedo una cosa già prevista dalla legge e nulla di speciale» il suo appello.

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