ANCONA – Ammontano a 314milioni di euro i danni fatti pervenire dai Comuni alla Regione a seguito dell’ondata di maltempo che il 15 e 16 maggio si è abbattuta sulle Marche con allagamenti e frane. La Regione aveva chiesto ai comuni coinvolti di inviare la conta dei danni per poi stilare un report che proprio oggi il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il dirigente del Dipartimento infrastrutture, territorio e protezione civile Nardo Goffi porteranno all’attenzione del governo nel corso di un incontro al quale prederanno parte anche i governatori di Emilia-Romagna e Toscana.
Sono 160 su 225 i comuni marchigiani che hanno inviato la richiesta di danni, più della metà, nella prima relazione di massima erano stati inseriti 107 comuni, poi alla richiesta della Regione di inviare i dati relativi ai danni subiti hanno risposto in 160. Un importo, 314milioni, al quale si aggiungerà anche quello legato ai danni riportati dalle strade provinciali.
Da quell’evento, a distanza di poco più di due settimane, una nuova ondata di maltempo ha colpito le Marche, con una serie di bombe d’acqua che tra la fine della scorsa e l’inizio di questa settimana hanno causato «danni circoscritti» dice l’assessore alla Protezione civile Stefano Aguzzi. tanto che «al momento non è pervenuta dai Comuni nessuna richiesta, ma se qualche ente locale ha bisogno di una mano siamo pronti a sostenerlo».
Una scuola allagata a Sforzacosta di Macerata, chiusa per interventi di ripristino, una frana a Montebello, ai piedi del Monte Vettore, allagamenti di sottopassi e alcuni scantinati e poi alcune frane e smottamenti che hanno interessato soprattutto strade comunali e provinciali «sulle quali sono intervenuti gli enti di appartenenza» dice l’assessore, spiegando che i danni sono stati legati al dissesto idrogeologico «non risultano situazioni di danni diffuse sul territorio, ma alcuni disagi per scantinati allagati e strade chiuse per interventi di ripristino».
Le aree più colpite sono state quelle del maceratese, tra le vallate del Potenza e del Chienti, ma disagi si sono registrati anche nell’anconetano, e in alcune zone delle altre province. Secondo il capo della Protezione civile regionale Stefano Stefoni le recenti bombe d’acqua che a inizio giugno hanno colpito le Marche «sono analoghe ad uno sciame sismico per gli effetti prodotti nel tempo: il primo evento non palesa il danno, ma il territorio non ha il tempo di riprendersi» dice facendo riferimento alle ondate di maltempo che si sono abbattute a più riprese sul territorio da metà maggio in poi.
Ieri in Consiglio regionale il gruppo assembleare del Pd aveva presentato una mozione, successivamente emendata, primo firmatario il consigliere dem Andrea Biancani, sottoscritta anche dal Movimento 5 Stelle per chiedere di estendere lo stato d’emergenza anche agli altri comuni marchigiani che hanno subito danni oltre a quelli per i quali è stato già dichiarato.